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Dopo il tratto montagnoso e verde, la strada ridiscende, i campi sono tutti verdi e coltivati intensamente, si vedono, a distanza regolare l'una dall'altra, case coloniche: È la zona popolata dagli italiani stabilitisi in Libia 70 anni fa, che avevano reso la zona un'unica coltivazione. È rimasta molto bella e verde, peccato che le case coloniche, tutte uguali, sono state lasciate in abbandono, probabilmente per dispregio, a causa dell'occupazione italiana. A fianco, un po' discosta, la popolazione locale si è costruita, alla bell'e meglio, un'abitazione che guarda con invidia la bianca casa abbandonata andare in rovina. Benghazi è simile a Tripoli, ma molto più moderna: è città portuale, e la gente è allegra e lavoratrice: parlando con essa, ci si accorge di una evidente rivalità con la capitale, come in Italia tra Milano e Roma: si sentono le proteste contro il Potere centrale, che concentra altrove gli investimenti (e spesso viene nominata Sirte, la città di Gheddafi), e le battute contro "Tripoli ladrona" si sprecano: come si vede, tutto il mondo è paese. Da Benghazi la strada prosegue, un po' verso l'interno, per Cirene ed il suo porto dedicato, Apollonia. Tolemaide è un po' fuori dalla strada principale e bisogna aver e tempo sufficiente per visitarla; non bisogna dimenticare che non ci sono bar, autogrill, alberghi, e anche i distributori sono limitati. Cirene - Anche Cirene ha bisogno del suo tempo per essere visitata, perchè è molto vasta e costruita su un pianoro montagnoso, in realtà due colline, cosa che è anche la sua caratteristica più importante: dalla cima, si gode di una magnifica visuale fino al mare. Qui ancor più che altrove, sembra di visitare il proprio museo privato, all'aperto. Quando vi andai, nel 1999, non contai più di 10 visitatori. L'area della città è amplissima e si sviluppa lungo tutta la montagna. Gli scavi sono perennemente in corso, e vanno avanti a campagne, che durano solo qualche mese, per lo più da parte di spedizioni archeologiche straniere. La maggior parte dei monumenti è in condizioni peggiori che a Sabratha e Leptis, probabilmente a caudsa del vento e del dilavamento dell'acqua, fenomeni che qui sono più presenti che altrove. Ciò dà a volte un senso di tristezza e di abbandono che ti accompagna durante la visita. Scenograficamente, comunque, la città è magnifica e vorresti avere più tempo. Usciti dalla visita di Cirene, e proseguendo lungo il costone del pianoro, per scendere verso il mare ed Apollonia, la strada "entra" letteralmente nella necropoli: sia verso monte che verso valle, a perdita d'occhio, si vedono centinaia di tombe scavate nella roccia, di fattezze simili a quanto si vede in Asia Minore e in Grecia, con motivi in rilievo che ripetono architravi, porte d'ingresso o addirittura disegni su legno. Dalla strada si vede in basso il mare e un po' più lontano l'abitato di Susah, la moderna Apollonia. Da ultimo, il teatro: una "bomboniera" non serve descriverlo, basta guardare una fotografia! |
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