Libia: cronaca di un paese - Dalla frontiera a Tripoli e Sabratha (II parte)
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Passata la frontiera si arriva alla capitale in 2-3 ore; si visitano le cose interessanti, senza perdere Sabratha, patrimonio dell’Umanità. Dopo 1 o 2 ore (!!!) di controlli a "raggiera" (sì, perchè controllano in 3 doganieri dieci o quindici mezzi contemporaneamente in una confusione tipicamente mediterranea) hai finito il tuo calvario e finalmente puoi proseguire. Intanto si è fatto buio; ci vuole almeno un'ora e mezza per arrivare, col buio, a Tripoli. Si passano 2 o 3 paesi senza storia, ma popolosi, e tra l'uno e l'altro, il deserto. L’unica cosa che ricordo, e che spero non ci sia più, oggi che siamo nel 2002, è un cartellone pubblicitario, come se ne vedono molti in Libia, con la figura a tutto corpo di Muhammar Al Qathafi, sì proprio lui, che indica con la destra, in cielo, un aereo passeggeri che scoppia! Tripoli-Tarabulus - A Tripoli non ci sono o quasi costruzioni romane o puniche o greche, ma solo l'arco di Marc'Aurelio, vicino al suk, e molti reperti archeologici, sapientemente raccolti nel Museo, spettacoloso e ricchissimo di statue, bassorilievi e mosaici e installato nella interessante Fortezza-Castello degli Ottomani, anch'essa sicuramente da visitare, di fronte al mare, sulla piazza principale della città. Tripoli è molto interessante: in gran parte mantiene la struttura datale dagli italiani, così da richiamare un pò Palermo, un po' Genova, un po' Napoli, ma di qualche decina di anni fa. La piazza principale, la cosiddetta Piazza Verde, di sera è illuminata a giorno, ed è sempre piena di gente; le fanno da fondale le mura della cittadella ottomana,con il Castello e il Museo, e sul fianco destro, la "Corniche", passeggiata a mare e strada di grande affollamento. In questa piazza il Presidente arringa le folle. Ogni tanto si sente un allegro strombazzamento di auto: si sta celebrando un matrimonio, proprio come da noi, e la gente regala fiori ai passanti. Dall'altra parte del Castello, oltre la Corniche, sul mare, c'è il mercato del pesce: mai visto il mercato di Catania? Sembra di essere proprio lì: pesce bellissimo, freschissimo, spesso anche vivo, in tinozze e di tutte le taglie; un'esperienza interessante. Il pesce costa caro, per cui il mercato è molto frequentato soprattutto dai residenti stranieri, italiani in primis. Visita d'obbligo, naturalmente, al suk: molto vivo, affollatissimo, più simile ad un mercato marocchino o egiziano che a quelli, ricchi di materiale elettronico e di lusso, dei paesi del petrolio. Lì trovi, uno a fianco all'altro, tappeti, mutande, artigianato in pelle e ceramica, spezie, vestiti, camicie, oro, reggiseni, ognuno nel suo negozietto e con la merce mostrata all'aperto. La gente è cordiale, gentile, non ti addita come straniero o peggio come nemico, i militari non ti chiedono i documenti, non sembra un "regime", come i mass media ci hanno abituato a pensare. Chi ha poi voglia di una botta di vita "notturna" a Tripoli, si prenoti per tempo all'Ambasciata Italiana, il mercoledì sera: anche se non è facile crederlo ... SI BALLA!!! Infatti, all'interno dell'ambasciata si è creata un'area nella quale i giovani figli dei residenti stranieri si divertono al suono della musica occidentale, mentre i "locali" mestamente li osservano dal di fuori del muro di cinta. Chi avrebbe mai pensato una cosa di questo tipo? Infine, a 30 chilometri prima di Tripoli, verso la Tunisia, c'è Sabratha, punica, greca, ellenistica, romana, dichiarata Patrimonio dell'Umanità: è in riva al mare, così come Leptis Magna, l'altra grande città, che diede i natali a Settimio Severo, il primo imperatore africano. Quello che colpisce in Sabratha, più piccola di Pompei, tanto per dare un'idea - a parte le magnificenze architettoniche, la selva di colonne e quell'incredibile opera che è il teatro, costruito con pietra importata, che si colora di rosa e rosso verso sera - è la pace e tranquillità che la circonda; in qualunque momento dell'anno ci saranno al massimo 200 visitatori al giorno: sembra di girare nel proprio museo privato, all'aperto, senza incontrare quasi nessuno, tantomeno turisti. E il piccolo museo annesso agli scavi non è da meno: bellissime figure a piccole tessere di mosaico, e all'interno addirittura l'intero pavimento di una basilica di epoca giustinianea, tutto a mosaico a colori: 15x9 metri!! |
autore: Massimo De Benedetti |
pubblicato il : 25-6-2002 |
In giro per Tripoli, a metà strada tra città araba e città portuale del sud-Europa e per Sabratha, patrimonio dell'umanità. |
LIBRI |
Libya: The Lost Cities of the Roman Empire
Antonio Di Vita, Ginette Di Vita-Evrard, Lidiano Bacchielli, Robert Polidori |
Libia
Ham Anthony
La guida presenta le pitture rupestri del Jebek Acacus, le rovine della romana Leptis Magna e della pentapolis greca, i volti più antichi della sabbiosa porta all'Africa che incanta con il Sahara e le sue città d'oasi di mattoni di fango, seduce con gli sfarzosi e colorati mosaici delle moschee ottomane, e con i vicoli e i suq della Medina di Tripoli, città sposa del Mediterraneo per l'eleganza e il candore dei palazzi. Due sezioni sono dedicate ai siti archeologici di Leptis Magna e Cirene; una guida del museo Jamahiriya; i segreti dei popoli indigeni; un utile glossario e una guida linguistica. |
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