L'isola del vento, dei dammusi, nido d'uomini
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Da una decina d’anni, Pantelleria, terra italiana più vicina all'Africa che all’Europa, ha iniziato a circolare con notevole frequenza su tutti i mezzi d’informazione, anche fuori dell’ambito nazionale. Inizialmente è comparsa sui giornali per le assidue frequentazioni dei vari V.I.P. della moda, dello spettacolo, della politica, vedi i vari Armani, Sting, Depardieu, Ornella Muti, Fabrizio Ferri, la Boniver e molti altri ancora). Successivamente, e sempre con maggior frequenza, hanno iniziato a comparire sui giornali di moda e d'architettura d'interni, servizi fotografici sulle 'case di vacanza' di molti di questi personaggi, tutte bellissime e nascoste, lussureggianti di fiori e piante grasse, e sparse un po' dappertutto sull'isola. Infine, le varie televisioni hanno mostrato, più volte e sotto vari punti di vista, le peculiarità, incredibili per certi versi e tutte affascinanti, della storia, dell’archeologia, dell’architettura e delle risorse culturali e sociali di quest’isola veramente unica. Chi ha seguito questa 'escalation' di interesse, o si è affrettato a "venire a vedere" se tutto quanto letto e visto alla televisione è proprio vero, o vorrebbe farlo in un futuro non lontano. Per questa ragione ho voluto buttar giù qualche "appunto di viaggio" filtrato attraverso l'ottica di uno che ormai , dopo dodici anni di frequentazione nell'arco di tutte le stagioni, non si considera più un "turista" ma un "quasi abitante" o "pantesco" come si chiamano gli abitanti di Pantelleria. Per prima cosa: arrivare a Pantelleria è disagevole e non proprio semplice, soggiornarvi può esserlo; chi supera il primo impatto, però, non vorrebbe più ripartire. Ho visto molti spargere qualche lacrima, alla partenza. Risparmi i suoi soldi chi cerca divertimento, animazione, spiagge, ozio! Infatti, a meno che non si voglia scegliere un soggiorno in uno dei due attrezzatissimi complessi esistenti sull’isola, che organizzano vacanze tipo "Club Mediterraneé", la permanenza nell'isola è faticosa ed intensa: il mare bisogna raggiungerlo e conquistarselo, spesso a piedi, le strade sono tutte a saliscendi, il vento è una costante e ti disturba , il sole è cocente. Potrei dilungarmi ancora sui lati "scomodi", lo faccio sempre con chi mi chiede dell'isola, anche perchè anch'io ebbi, undici anni fa un primo impatto negativo; ma subito dopo, superata la stanchezza del viaggio e lo stress della prima sistemazione, il turista "intelligente" coglie immediatamente i primi messaggi positivi: la quiete, come prima cosa, ancor più se in primavera o in autunno; i colori, come seconda,dal rosa delle bouganvillee alle varie tonalità dell’ibiscus, rosso, bianco, giallo, viola, al verde della macchia mediterranea; e poi i profumi (la zagara, il limone il rosmarino, i profumi dell’uva zibibbo appena raccolta) e i sapori, gustati nelle varie trattorie dell’isola, non tantissime in verità ma tutte fantastiche. Tutto ciò può ben considerarsi, in verità, un "preliminare" al vero piacere di una vacanza con la "V" maiuscola. A parte questo, però, devo confessare che, nel mio caso, il colpo di fulmine colpì all’imbrunire, col sole da poco completamente scomparso in mare: al primo buio e quindi al primo accendersi dei lampioni lungo le stradine dell’isola, il paesaggio già di per sè molto coinvolgente, cambia completamente. La prima volta che mi trovai in tale situazione, (ma ancor oggi la cosa si ripete )ebbi l’impressione di immergermi in un enorme presepe vivente: le montagne, le stradine, le lucine nelle case, le palme, i muretti a secco, gli asini, le pecore, i pastori, le grotte.......e soprattutto le case , o meglio le cupole arabeggianti delle case. Fu allora che mi imbattei per la prima volta nel dammuso, la "casa" originaria, autoctona di Pantelleria, che esiste soltanto a Pantelleria. |
autore: Massimo De Benedetti |
pubblicato il : 3-11-2001 |
Una presentazione dell'isola più "africana" d'Italia secondo un'ottica "fuori dal coro" e attenta alla sua peculiarità architettonica di ieri come di oggi: il Dammuso. |
LIBRI |
Io, tu e Pantelleria
Rosanna Gabriele
Rosanna Gabriele ricostruisce e approfondisce gli avvenimenti degli ultimi quarant'anni a Pantelleria descrivendo le bellezze dell'isola, dal paesaggio al cibo. |
Pantelleria u jardinu
Brignone Francesco
libro sui giardini di Pantelleria con riferimenti alla sua cultura architettonica e dei suoi abitanti. |
Pantelleria
Magni Laura, Di Felice Massimo
Una guida per scoprire i mille volti della selvaggia Pantelleria, l'isola-nave, l'isola-calamita, l'isola-luna del Mediterraneo. |
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