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Il patrimonio artistico dell'Iraq sarà salvaguardato per il futuro?

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L' Iraq, un paese fortemente provato da decenni di dittatura e di guerre, sorge sul territorio dell' antica Mesopotamia, la fertile valle compresa tra il Tigri e l'Eufrate dove nell'antichità sorsero le prime civiltà umane e, con esse, le prime strutture sociali complesse e città come Ur, Uruk, Babilonia, Ninive e Assur. Qui si svilupparono, dopo i Sumeri, gli imperi degli Assiri e dei Babilonesi.

fotografia a colori: in primo piano il fiume Tigri presso Assur (fonte: http://info.uibk.ac.at/c/c6/c616/museum/assur.html)

Di queste antiche civiltà oggi restano migliaia di reperti sparsi in importanti musei del mondo e numerosissimi siti archeologici in gran parte ancora inesplorati.

fotografia a colori con veduta dela piazzale antistante la moschea di Baghdad (fonte: http://www.contrasto.it/reportage/dettaglioprod.asp?idprod=432)Ma non basta. In Iraq vi sono diversi edifici religiosi che costituisco dei monumenti per tutta l'umanità, come a Baghdad la moschea di al-Adhimiyya, uno dei più notevoli esempi di architettura religiosa del paese, a Najaf la moschea di Imam Ali Ibn Abi Talib, con il suo minareto d'oro, a Samarra il celebre minareto a spirale, dall'alto del quale si può ammirare il panorama della città, e a Karbala la moschea santuario dell'imam al-Husayn.

Non si possono inoltre dimenticare alcuni edifici civili, come presso Karbala il palazzo Ukhaidher, certamente uno dei monumenti più grandi del primo islam, e a Baghdad il Palazzo di Abbasid, costruito nel XIII secolo, il complesso residenziale Abu Nawas, realizzato negli anni '80 lungo il fiume Tigri al posto di una vasta area dismessa, il Palazzo del Congresso, sede delle conferenze politiche e degli eventi culturali, il Monumento al milite ignoto e il Monumento e museo di Al Shaheed, costruito, sempre negli anni '80, in onore dei "martiri" (shuhada') iracheni della guerra Iraq-Iran: due mastodontiche semicupole custodiscono il museo sotterraneo a essi dedicato.

Ma in questi giorni una nuova guerra, che probabilmente non sarà breve e che sta inevitabilmente mostrando la forza distruttrice dei bombardamenti sulle persone e sulle cose, rischia di arrecare danni a tutto il patrimonio artistico dell'Iraq. Il pericolo di distruzione è reale: infatti, se le grandi città come Baghdad sono prese di mira per la presenza dei ministeri e dei palazzi residenziali dello staff presidenziale, molti siti archeologici si trovano vicino a basi militari o a raffinerie di petrolio o ad altri possibili obiettivi di un attacco aereo americano. Del resto, alcuni di essi furono danneggiati già durante la guerra del Golfo: basti pensare, per fare un solo esempio, che il sito archeologico di Ur si trova vicino a una base aerea irachena e ha già subìto un bombardamento nel 1991. Allora infatti il governo americano non aveva dato ai comandanti nessuna indicazione sui luoghi che si doveva evitare di bombardare per la loro importanza storico-artistico-religiosa. Lo avrà fatto questa volta?

autore: Rossella Pavolini
pubblicato il : 27-3-2003
miniatura di una fotografia a colori di una copia della porta di Ishtar - originale presso il museo di Berlin - a Babilonia  (fonte:http://turing.wins.uva.nl/~grunberg/photos/may-2001/baghdad.html) L'Iraq, un paese ricco di numerosissimi siti archeologici che forse non hanno pari al mondo e di molti edifici di importanza storica, artistica e religiosa rischia in questi giorni di vedere irrimediabilmente danneggiato il proprio patrimonio artistico e culturale.

NAVIGAZIONE
1. Il patrimonio artistico dell'Iraq sarà salvaguardato per il futuro?
2. La città di Baghdad e le sue ricchezze
3. La città santa di Najaf
4. Samarra, l'antica capitale
5. La città santa di Karbala

LIBRI
miniatura della fotografia a colori della copertina del libro 'Iraq. Diecimila anni in Mesopotamia' (fonte: http://www.internetbookshop.it/) Iraq - Diecimila anni in Mesopotamia Munier Gilles
Gilles Munier ha vissuto per anni in Algeria e Marocco. Segretario generale delle Amitiés Franco-Irakiennes, nonché vice presidente dell'Association Franco-Irakienne de la Coopération Economique (AFICE), è considerato uno dei migliori esperti e conoscitori francesi dell'Iraq e degli iracheni. In questo volume, "viaggio al cuore dell'Iraq", guida il lettore alle radici della civiltà occidentale e dell'età d'oro di quella araba, invitandolo a riscoprire una terra ricchissima di memorie, leggende e passioni. Vero crogiolo di popoli che si sono succeduti nei millenni (Sumeri, Ittiti, Assiri, Medi, Arabi...), l'Iraq di oggi offre oltre 10.000 siti archeologici identificati e alcune tra le città più antiche del mondo.
miniatura della fotografia a colori della copertina del libro 'I datteri di Babilonia. L'Iraq nel racconto di un archeologo' di  Giovanni Bergamini, edito da Libri Scheiwiller I datteri di Babilonia. L'Iraq nel racconto di un archeologo Giovanni Bergamini
Giovanni Bergamini, archeologo italiano, narra un quarto di secolo vissuto in Iraq scavando nel suolo che fu dei Sumeri, dei Babilonesi, degli Assiri, dei Persiani. Un diario circostanziato e avvincente del lavoro di scavo, ma anche il tentativo di seguire il filo sottile che ancora lega i popoli di oggi alle antiche civiltà fiorite in quell'area - e attraverso quel filo lo sforzo di tracciare, attraverso la lente indispensabile della storia, una mappa dei complessi rapporti fra Occidente e Oriente.

COLLEGAMENTI
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