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Il patrimonio artistico dell'Iraq sarà salvaguardato per il futuro? |
autore: Rossella Pavolini pubblicato il : 27-3-2003 |
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L'Iraq, un paese ricco di numerosissimi siti archeologici che forse non hanno pari al mondo e di molti edifici di importanza storica, artistica e religiosa rischia in questi giorni di vedere irrimediabilmente danneggiato il proprio patrimonio artistico e culturale. |
Di queste antiche civiltà oggi restano migliaia di reperti sparsi in importanti musei del mondo e numerosissimi siti archeologici in gran parte ancora inesplorati.
Ma non basta. In Iraq vi sono diversi edifici religiosi che costituisco dei monumenti per tutta l'umanità, come a Baghdad la moschea di al-Adhimiyya, uno dei più notevoli esempi di architettura religiosa del paese, a Najaf la moschea di Imam Ali Ibn Abi Talib, con il suo minareto d'oro, a Samarra il celebre minareto a spirale, dall'alto del quale si può ammirare il panorama della città, e a Karbala la moschea santuario dell'imam al-Husayn.
Non si possono inoltre dimenticare alcuni edifici civili, come presso Karbala il palazzo Ukhaidher, certamente uno dei monumenti più grandi del primo islam, e a Baghdad il Palazzo di Abbasid, costruito nel XIII secolo, il complesso residenziale Abu Nawas, realizzato negli anni '80 lungo il fiume Tigri al posto di una vasta area dismessa, il Palazzo del Congresso, sede delle conferenze politiche e degli eventi culturali, il Monumento al milite ignoto e il Monumento e museo di Al Shaheed, costruito, sempre negli anni '80, in onore dei "martiri" (shuhada') iracheni della guerra Iraq-Iran: due mastodontiche semicupole custodiscono il museo sotterraneo a essi dedicato.
Ma in questi giorni una nuova guerra, che probabilmente non sarà breve e che sta inevitabilmente mostrando la forza distruttrice dei bombardamenti sulle persone e sulle cose, rischia di arrecare danni a tutto il patrimonio artistico dell'Iraq. Il pericolo di distruzione è reale: infatti, se le grandi città come Baghdad sono prese di mira per la presenza dei ministeri e dei palazzi residenziali dello staff presidenziale, molti siti archeologici si trovano vicino a basi militari o a raffinerie di petrolio o ad altri possibili obiettivi di un attacco aereo americano. Del resto, alcuni di essi furono danneggiati già durante la guerra del Golfo: basti pensare, per fare un solo esempio, che il sito archeologico di Ur si trova vicino a una base aerea irachena e ha già subìto un bombardamento nel 1991. Allora infatti il governo americano non aveva dato ai comandanti nessuna indicazione sui luoghi che si doveva evitare di bombardare per la loro importanza storico-artistico-religiosa. Lo avrà fatto questa volta?
La città di Bagdad, con le sue moschee, i suoi palazzi, ma anche con i semplici bazaar e i piccoli negozi rappresenta certamente un patrimonio dell'umanità. Per riprendere solo i monumenti citati, basti pensare che l'edificio sacro di al-Kadhimiyya, uno dei più importanti nel mondo islamico, risale al periodo ottomano.
La costruzione, riedificata in gran parte nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo, alloggia le tombe degli imam Al-Kadhim della Musa e Muhammad Jawad, coperte da alte cupole dorate e fiancheggiate da quattro minareti.
Il palazzo di Abbasid, posto sulla sponda del Tigri, dal punto di vista architettonico segue la scuola di Abbasid e risale al XIII secolo.
Per venire agli edifici contemporanei, negli anni '70, il comune di Baghdad ha intrapreso un vasto schema di rinnovamento e di aggiornamento della città, che comprendeva anche lo sviluppo di parecchi nuovi alloggi.
È così che negli anni '80 è sorto, lungo il fiume Tigri, il complesso residenziale di Abu Nawas, che ha recuperato in modo razionale un'area molto degradata. Oltre alle abitazioni, vi sono spazi all'aperto con due parchi pubblici, fontane e campi da gioco situati da entrambi i lati della via principale nel centro del complesso.
Il Palazzo del Congresso, costruito negli anni '80, è sede di congressi politici e di eventi culturali.
Situato nel cuore di Baghdad nei pressi di Zawra Park, ha una struttura sostanzialmente orizzontale, con una parte riservata a una grande sala per i congressi e i ricevimenti del presidente, e a due piccole sale per altre riunioni.
La parte centrale della costruzione contiene un atrio e uno spazio circolazione con una grande scultura e serve da foyer principale di ricezione. Le piccoli stanze e salotti di discussione sono situati all'interno dei volumi cilindrici che sporgono dalla massa principale della costruzione. La struttura principale è di cemento armato con incorniciatura in acciaio.
Il Monumento e museo di Al Shaheed, anch'esso degli anni '80, è un memoriale nazionale in onore degli eroi iracheni di guerra: l'area dedicata contiene zone verdi, un campo da gioco per bambini, parcheggi e un lago con passerelle e ponticelli. In mezzo al lago vi è un'isola - formata da due piattaforme circolari, poste una sopra l'altra - sulla quale è collocato il monumento. Il monumento è costituito da un'enorme conchiglia di 40 mt divisa in due, in modo da formare una sorta di cupole.
All'interno di una della cupola vi è una vasca circolare che versa la propria acqua nella zona sottostante. La struttura del monumento, sviluppata su due livelli, contiene sotto le piattaforme un museo, una biblioteca, un bar, una sala-conferenze, una galleria d'arte. Le due cupole sono costruite con telaio d'acciaio galvanizzato con un rivestimento di mattonelle di ceramica prefabbricato in calcestruzzo rinforzato in fibra di carbonio.
Il Monumento al milite ignoto, realizzato su progetto dell'italiano Marcello D’Olivo, è posto su una collina artificiale, dalla forma di un tronco di cono del diametro di 250 mt, con una piattaforma di granito rosso che conduce alla cupola di forma ellittica e alla scultura cubica. La cupola, di 42mt di diametro, segue un'inclinazione di 12 gradi; è ricoperta, all'esterno, con rame, mentre la superficie interna è caratterizzata da un soffitto rifinito con moduli piramidali che alternano l'acciaio e il rame.
Najaf, meta ogni anno per migliaia di pellegrini che la considerano città santa, si trova a circa 160 km a sud di Baghdad, sulle colline a ovest del fiume Eufrate. Al centro della città si trova il mausoleo dell'imam Ali Ibn Abi Talib, cugino del Profeta, con la relativa cupola e gli splendidi minareti dorati.
L'enorme quantità di oggetti di valore inestimabile, regali di sultani e di altri potenti, costituisce un forte richiamo per la visita alla moschea.
Najaf è inoltre una delle sedi più importanti per l'istruzione religiosa islamica: infatti hanno qui sede molte scuole in cui vengono insegnate la teologia, la storia e la letteratura.
Samarra, città posta sulla riva orientale del Tigri, 125 km a nord di Baghdad, circa 74 anni dopo la fondazione dell'attuale capitale, nel IX secolo fu, per circa 50 anni, la capitale del califfato degli Abbasid.
Fu in questo periodo che sorse il celebre minareto a spirale (il Malwiyya), che fa parte - insieme alla Moschea grande, al palazzo di Balkwara e al palazzo di Ma'shouq – di Samarra antica, complesso che si allunga per quasi 35 km a sud della città moderna. In particolare la Moschea grande, una volta la più grande moschea nel mondo islamico (la struttura rettangolare è di 240 x 160 mt), venne costruita interamente con i mattoni cotti, anche se le colonne di marmo poste sulla base dei mattoni originalmente sostenevano il tetto. Il minareto della Moschea è appunto il Malwiyya: la sua forma deve probabilmente molto allo ziggurat mesopotamico. La sua altezza, che raggiunge i 52 mt, consente di ammirare dall'alto la città di Samarra.
Karbala, situata a circa 50 km a sud-est di Baghdad, è una delle città più sante dell'islam per il significato che hanno assunto le vicende legate all'imam Husayn Ali. Per questo la città è meta di pellegrinaggi e di particolari incontri commemorativi al cui centro si trova il mausoleo dell'imam al-Husayn.
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Verso il deserto, a 48 km a nord della città e a 150 km da Baghdad, si trova il Palazzo Ukhaider, costruito dagli Arabi con la pietra e l'intonaco in base a un piano che suggerisce l'elevata specializzazione dei relativi architetti nell'uso delle volte e degli archi.
La maggior parte dei eruditi ritengono che l'edificio appartenga all'VIII secolo - cioè, all'inizio dell'epoca abbaside. Intorno al palazzo una parete fortificata ha la stessa funzione di quelle dei castelli medioevali. Le relative misure rettangolari sono di 175,8 x 163,6 mt, con un'altezza di quasi 21 mt. Nel mezzo di ogni lato vi è una grande torretta che funge anche da entrata al palazzo.
COLLEGAMENTI |
Aljazira.it indirizzo web: http://www.aljazira.it/baghdad2002.htm Aljazira.it è un sito realizzato da un gruppo informale di qualificati traduttori dall'arabo, studiosi ed esperti del mondo arabo-islamico. |
IslamiCity indirizzo web: http://islamicity.org Il sito è dedicato a diffondere, fuori dall'islam, la cultura islamica in senso lato e lo sviluppo economico, finanziario, commerciale e turistico dei paesi a religione islamica. |
Archnet indirizzo web: http://archnet.org/library/sites/sites.tcl?country_code=iq Archnet è una comunità online di architetti, urbanisti, paesaggisti e studenti che hanno particolare attenzione per il mondo islamico. |
LIBRI |
![]() Munier Gilles (2003) Gilles Munier ha vissuto per anni in Algeria e Marocco. Segretario generale delle Amitiés Franco-Irakiennes, nonché vice presidente dell'Association Franco-Irakienne de la Coopération Economique (AFICE), è considerato uno dei migliori esperti e conoscitori francesi dell'Iraq e degli iracheni. In questo volume, "viaggio al cuore dell'Iraq", guida il lettore alle radici della civiltà occidentale e dell'età d'oro di quella araba, invitandolo a riscoprire una terra ricchissima di memorie, leggende e passioni. Vero crogiolo di popoli che si sono succeduti nei millenni (Sumeri, Ittiti, Assiri, Medi, Arabi...), l'Iraq di oggi offre oltre 10.000 siti archeologici identificati e alcune tra le città più antiche del mondo. ISBN: 8887139490 |
![]() Giovanni Bergamini Milano (2003) Giovanni Bergamini, archeologo italiano, narra un quarto di secolo vissuto in Iraq scavando nel suolo che fu dei Sumeri, dei Babilonesi, degli Assiri, dei Persiani. Un diario circostanziato e avvincente del lavoro di scavo, ma anche il tentativo di seguire il filo sottile che ancora lega i popoli di oggi alle antiche civiltà fiorite in quell'area - e attraverso quel filo lo sforzo di tracciare, attraverso la lente indispensabile della storia, una mappa dei complessi rapporti fra Occidente e Oriente. ISBN: 8876443428 |
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