|
|
||||||||||||||||||
Cercherò di portare degli esempi ed alcune analisi per comprendere questo fantastico mondo fatto di quella 'comunicazione visiva' che tanto ci educa molto più di quanto noi possiamo immaginare e ci fa crescere per affrontare, questo è sicuro, in un modo migliore la nostra esistenza. Partiamo dalla lettura di un monumento; un esempio di immenso valore architettonico ed emblema, di una realtà storica locale che andiamo ad analizzare; la facciata della chiesa diS. Croce a Lecce secondo uno schema 'emozionale' più che storico. Si tratta di uno dei monumenti barocchi che la storia ci lascia comtemplare. Una testimonianza di rilievo nel quadro più generale delle trasformazioni del barocco leccese. C'è da dire che alcuni storici hanno cercato di indagare e di valutare le condizioni di trasformazione di un elemento così particolare che non esiste in nessuna parte del mondo, qual'è il barocco leccese. Mi riferisco ad un articolo su L'Architettura del 1955 di Cesare Brandi oppure l'analisi minuziosa e accurata di Maurizio Calvesi con M.Manieri-Elia nel testo dal titolo Architettura barocca a Lecce e in terra di Puglia, fotografie di Maurizio Di Polo, Carlo Bestetti Edizioni d'arte, Milano-Roma, 1971. Il protagonista è sicuramente la storia, ma per un attimo, ora, diventa l'osservatore, che sceglie di immergersi in essa o rimanerne distante, osservandone attentamente i particolari che la compongono. Il potersi fermare di fronte ad un monumento, una piazza o un dipinto oppure una scultura, diventa determinante per quello che andremo a scoprire. Isolare singoli episodi da una complessa e omologante moltitudine di elementi, si rivela determinante. E' sicuramente un passo importante verso l'arte di saper guardare. L'approccio ad un'opera architettonica (la lettura di una facciata) può realizzarsi servendosi di esempi segnici o comunque inerenti alla percezione visiva. Le due componenti che descrivono quest'azione attivano, ad un certo punto, un rapporto che chiameremo 'relazionale'. La relazionalità, allora diventa fondamentale in quanto, viene identificata come una distanza culturale intesa nell'accezione di spazio fisico, però attivo, che s'instaura tra la facciata (oggetto emittente) e l'individuo (ricevente). La parte più affascinante di dell'espeienza conoscitiva, viene adesso! Questi elementi scultorei, sono capaci di scambiarsi le parti alternatamente rispondendo a domande o formulandone visivamente altre. Possiamo, quindi con questa premessa, analizzare la facciata. E' questo il mondo terrestre, la scena madre del racconto, la facciata diventa per un attimo il palcoscenico verticale, il cui proscenio irrompe nella stretta strada. Inizia, a questo punto, lo spettacolo della trasformazione umana, la "storia sospesa". Come una cascata di lava solidificata, sgorga luminosa, densa e nello stesso tempo angosciante, in quanto l'aggetto del balcone, tentando di prevalere sulla sezione stradale, aumenta l'aberrante prospettiva. L'equilibrio sembra compromesso, la logica costruttiva sembra non esistere; masse fluide prevaricano sulle direzioni note, la verticalità e l'orizzontalità si fondono ed evidenziano, la perdita di riferimenti. E' il narcisismo di una scultura superficialmente incrostata? No! Forse dovremmo indagare nella passionale festosità dionisiaca! Le figure simbolicamente usate per rappresentare le dività pagane, ora, sono lavorate dall'ombra radente che le descrive minuziosamente esplicitandone il ghigno grottesco. E' il momento della trasformazione umana, un passaggio obbligato per arrivare poi in un mondo nuovo, forse alla luce nel tema dell'Esaltazione della Croce che si trova in cima. I capitelli del primo ordine di colonne raffigurano idoli pagani osceni nell'atteggiarsi deplorevoli, se visti come decorazione per una facciata di una chiesa, ma estremamente naturali se visti secondo il significato che ora riassumono, sono forse speranze di fertilità in periodi difficili per una terra tanto generosa. I livelli sono chiari e decifrabili, ma esiste un linguaggio nascosto. Non c'è del magico in questo, è tutto tremendamente calcolato per produrre emozione, per descrivere un'atmosfera. Chi pensa che questa facciata rappresenti solo la testimonianza di un periodo storico ben definito e soprattutto del passato, si sbaglia! E' un racconto figurato, una dimensione immaginifica che ironizza sul mondoreale, una sensazione solidificata, la descrizione d'emozioni forti, di visioni uniche che solo una terra con queste caratteristiche climatiche può vantare; con questi colori, esaltati da una luce accecante, con questi suoni che arrivano da strumenti lontani, dedicati a balli o canti propiziatori, oppure con questi odori, penetranti caratteristici di una mediterraneità in trasformazione. Questo è un motivo per cui il termine di "orgiastico", dato al barocco di Lecce, non dà ragione al suo valore. "Orgiastico" risulta banale come termine, oltrechè imperfetto, non aderente ad una complessità che và analizzata e maturata, infatti, risulta equivoca la frase " ... manca una visione dello spazio" che pur autorevoli storici hanno avallato. Lo spazio, in questo caso esiste, esso è prima di tutto, la relazionalità tra quegli elementi che tentano invano di trovare posto per godere della luce, tra i vuoti e i pieni del centro urbano, ma anche quelli di una facciata; ecco perché diventa esaltante sentire la parola "slarghi" invece di "piazze". Siamo in un luogo con regole diverse come dice Brandi: "un fenomeno singolarmente autentico, di radici locali nella cui conformazione e fisionomia, concorrono impulsi e contenuti svariati". Se la geometria diventa il parametro selezionatore per un illusorio controllo del territorio, allora Lecce non rientra, ma se il parametro selezionatore è la relazionalità tra interni ed esterni, la città può essere uno dei maggiori esempi di organicità, evidenziata da percorsi senza privilegi (vedi la difficoltà di vedere le grandi facciate perché manca lo spazio prospicente): "Sembra quasi che non siano state costruite per essere ammirate", mi disse una volta un visitatore. |
|
Tutto il materiale in questo sito è copyright © Franco Ponticelli E' vietata la riproduzione anche parziale. Buildlab.com e Franco Ponticelli non sono collegati ai siti recensiti e non sono responsabili del loro contenuto. Tutti i marchi e i loghi citati sono proprietà dei rispettivi proprietari. |