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I dati raccolti e pubblicati da Legambiente lasciano pochi dubbi: la bioedilizia è uscita dal ghetto di un mercato di nicchia. La bioedilizia cresce nel Nord-Est, in Trentino e più in generale nelle grandi città italiane. Dopo un primo periodo in cui le soluzioni ecologicamente compatibili costavano molto di più, oggi avere una casa ecologica è addirittura conveniente. Lo dimostra la tabella che riportiamo qui sotto, che prende in considerazione i costi di gestione di una casa: ![]() (Valori espressi in euro, su base annua. Fonte: Legambiente) Molti - come Cristina Gallo, responsabile dell'Enea per l'architettura bioclimatica - ritengono che la questione centrale della bioedilizia sia proprio quella energetica: una casa realizzata con criteri ecocompatibili "consuma" infatti meno energia. E ovviamente inquina anche meno; è infatti noto che le emissioni inquinanti derivate dal riscaldamento domestico incidono fin al 30% su quello totale (sono dati dell'Enea), e che quest'ultimo determina conseguenze gravissime, tra cui l'assottigliamento dello strato d'ozono e l'effetto serra. Il risparmio energetico della casaRisparmiare energia nella casa è un'esigenza che mette d'accordo, quasi per incanto, le più differenti istanze. Figure solitamente contrapposte, come ambientalisti e industriali, padroni di casa e inquilini, si trovano generalmente d'accordo sulla necessità di consumare meno energia in casa. Un rapporto dell'ENEA (l'ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) rivela che oltre il 15% dei consumi energetici nazionali è per la casa; inoltre, il 27% dell'inquinamento italiano deriva dai gas inquinanti di caldaie o altri apparecchi per il riscaldamento domestico. Quello che preoccupa maggiormente, nei dati forniti dall'ENEA, è però la crescita del fabbisogno energetico: in circa vent'anni, il consumo medio di una famiglia è passato da 1800 a 3000 Kw/ora. Le cause sono da individuarsi nell'abbondanza di apparecchi elettrici nella casa: non solo grandi elettrodomestici, ma anche videoregistratori, console, lettori DVD. Cose, insomma, che vent'anni fa neanche esistevano. Oltre a questo, è risultato che gli italiani sono particolarmente spreconi, sia per scarsa consapevolezza, sia perché moltissime abitazioni sono vecchie e non progettate secondo criteri di risparmio energetico. A questo proposito, uno studio del Ministero dell'Ambiente sostiene che si potrebbero contenere i consumi fino al 50%, operando su tre fronti: riscaldamento, acqua calda e elettricità. RiscaldamentoUn migliore isolamento termico dell'edificio, tramite un sottotetto e doppi vetri termoisolanti, significa un considerevole risparmio energetico. Essenziale è anche una regolare revisione della caldaia (ogni due anni), che porta a risparmiare il 5%. Infine, ma non meno importanti, sono diverse norme di buon senso: non portare mai il riscaldamento oltre i 20° (in ottemperanza peraltro alla legge 10/91 sul risparmio energetico), ad esempio, è molto importante. Per ogni grado in più, infatti, i consumi crescono del 7%. IlluminazioneAnche in questo caso è importante il buon senso. Utilizzare, ad esempio, lampadine a fluorescenza e non a incandescenza (quelle tradizionali) porta a un risparmio annuo stimato in 63 euro (130 mila lire) per un appartamento di 100 mq. Anche le lampadine alogene consumano molto poco, ma necessitano d lampade speciali. ElettrodomesticiGli elettrodomestici più avidi di energia sono frigorifero, lavastoviglie, forno e lavatrice. Sempre più diffusi, ma non certo abbastanza, sono gli elettrodomestici a basso consumo (le classi A o B). Esistono da poco anche gli Energy+, ancor più efficienti di quelli classe A (consumano circa il 30% in meno), ma per ora assai costosi. Tra i principali accorgimenti per risparmiare energia, è sempre bene spegnere TV e videoregistratori anziché lasciarli in stand-by, e accendere lo scaldabagno solo prima di far la doccia (o quando serve effettivamente acqua calda). In collaborazione con Waycasa.net |
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