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Studio Daniel LibeskindSono arrivato per nave a New York che ero un ragazzino e un immigrante, e come per altri milioni di persone prima di me, la prima cosa che ho visto è stata la Statua della Libertà, seguita dal favoloso skyline di Manhattan. Non dimenticherò mai quella vista e ciò che rappresenta; questo progetto vuole onorare tutto questo. ![]() Quando ho iniziato questo progetto, i newyorkesi erano divisi in chi voleva mantenere l’area del World Trade Center vuota e chi invece voleva che fosse completamente ricostruita. Ho meditato per molti giorni su questa apparentemente impossibile dicotomia. Commemorare le terribili morti che sono avvenute in questo luogo mentre si guarda al futuro con speranza sembrano momenti inconciliabili. Dovevo trovare una soluzione che portasse questi punti di vista contraddittori in un’unità inaspettata. Così mi sono recato sul posto, per viverlo e osservare le persone che lo frequentano, per sentire il suo potere e per sentire le sue voci. E questo è ciò che ho ascoltato, sentito e visto. Le grandi pareti rimaste sono gli elementi più drammatici sopravvissuti all’attacco, un capolavoro di ingegneria costruito su fondazioni di solida roccia e disegnato per trattenere il fiume Hudson. Le fondazioni hanno resistito all’inimmaginabile trauma della distruzione e rimangono eloquenti come la Costituzione stessa, asserendo la durevolezza della Democrazia e il valore individuale della vita. ![]() Dobbiamo essere capaci di entrare in questo “luogo sacro” per creare uno spazio calmo, meditativo e spirituale. Dobbiamo avventurarci nelle profondità della terra per oltre venti metri al di sotto di Ground Zero, fino al piano di roccia che sorreggeva le torri, una processione nel profondo delle radici indelebili delle due Torri Gemelle. Le fondamenta comunque non sono solo la testimonianza di una tragica storia, ma rivelano anche le dimensioni della vita. Il percorso ferroviario continua ad attraversare quest’area adesso come allora, unendo il passato con il futuro. Naturalmente abbiamo bisogno di un museo al centro di Ground Zero, un museo sull’evento, la memoria e la speranza. Il Museo diventa l’ingresso a Ground Zero, sempre accessibile, che ci conduce in un luogo di riflessione, di meditazione, uno spazio che è Memoriale in se stesso. Questo Memoriale sarà il risultato di una competizione internazionale. Coloro che sono scomparsi sono diventati eroi. Per commemorare queste vite perdute ho creato due ampi luoghi pubblici, il Park of Herpes e il Wedge of Light. L’11 settembre di ogni anno fra le 8:46, quando il primo aeroplano ha colpito e le 10:28, quando la seconda torre è collassata, il sole splenderà senza ombra, in un perpetuo tributo all’altruismo e al coraggio. ![]() Siamo tutti venuti a vedere questo luogo, più di 4 milioni di persone lo hanno fatto, camminandoci intorno, scrutando fra le mura delle costruzioni cercando di capire questo tragico vuoto. Così ho progettato una passaggio sopraelevato, uno spazio per una passeggiata intorno al luogo Memoriale. Ora tutti possono vedere non solo Ground Zero ma il risorgere della vita. L’eccitante architettura della nuova stazione ferroviaria di Lower Manhattan connessa alla metropolitana, agli hotel, al centro per le performance artistiche, alle torri d’uffici, ai magazzini sotterranei, ai negozi sulla strada, ai ristoranti e ai caffè, crea una densa ed esilarante affermazione di New York. Il cielo sarà di nuovo la casa di un complesso torreggiante alto 550 metri: i “Gardens of the World”. Perché giardini? Perché i giardini sono una costante affermazione della vita. Un grattacielo sorge sopra i suoi predecessori, riasserendo la predominanza della libertà e della bellezza, restituendo alla città il suo “picco spirituale” e creando un’icona che parla della vitalità di fronte al pericolo e del nostro ottimismo in conseguenza alla tragedia. Vita vittoriosa.
Fanno parte del team: Daniel Libeskind (architect) Studio Libeskind Administration Panorama Photographs Engineers Hargreaves Associates Landscape Architects |
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