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Il Friuli Venezia Giulia (superficie 7.844 kmq., 1 milione e 200 mila abitanti circa) è una delle venti regioni che costituiscono l'Italia; confina con due stati esteri - a Nord con l'Austria ed ad Est con la Slovenia- oltre che ad Occidente con il Veneto ed a Sud con il Mar Adriatico. Comprende quattro province: quella di Trieste, città anche capoluogo di regione, quella di Gorizia, di Udine e di Pordenone. Quasi il 43% del territorio è montano, contraddistinto da tre principali gruppi: le Alpi Carniche, parte di quelle Giulie e l'altopiano del Carso; il 19% è collinare con una vasta zona prealpina dal microclima talmente particolare da permettere la produzione di piatti tipici di ineffabile ricchezza di gusto quali i prosciutti ed i celebratissimi vini D.O.C.; infine il rimanente 38 % è pianeggiante e costiero.
La vasta pianura è percorsa da numerosi fiumi e torrenti, che, pur nel loro breve viaggio al mare vicino, sono di vitale importanza sia perchè portano fertilità alla vasta zona coltivata, sia perchè disegnano il paesaggio e la memoria della gente di questa regione, da sempre percorsa dalle acque della storia: sono del Friuli Venezia Giulia fiumi quali il Natisone ed il Torre che permisero ad Aqiuleia, colonia romana dal 181 a.C., di divenire porto fluviale importantissimo per l'Impero Romano e conteporaneamente centro di diffusione culturale per tutta l'Europa Orientale che da essa dipendeva; l'Isonzo, in sloveno Soca, fiume sacro alla patria, cantato da grandi poeti e scrittori quali Ungaretti ed Hemingway quando fu scenario triste della Grande Guerra; il Timavo, fiume del mistero, che dopo aver percorso numerosi chilometri nel ventre carsico di madre Terra, sgorga limpidissimo a San Giovanni del Timavo per entrare subito in mare; infine il fiume Stella, vero e proprio pittore della pianura friulana, che disegna il suo lento percorso alla Laguna di Marano fra boschi pittoreschi e zone umide protette dal WWF, che ne ha fatto vero e proprio paradiso in terra ai nostri occhi che possono ammirare specie volatili proptette, fino a pochi anni orsono a rischio d'estinzione.
A proteggere la verde pianura sta la regione alpina della Carnia, estremo lembo delle Alpi, a ridosso del confine con l'Austria e la Slovenia. Le sue montagne incontaminate e, a tratti, ancora selvagge, sono un vero e proprio paradiso alla vista dell'uomo moderno, sempre alla ricerca di luoghi dove la routine quotidiana possa sembrare lontana miglia e miglia... Questa propagine alpina del Friuli Venezia Giulia ha infatti mantenuto intatti attraverso i secoli dialetti e tradizioni, architetture ed artigianato, gastronomia e costumi, che, assieme alla bellezza selvaggia della natura, costituiscono la vera risorsa di queste vallate, ricche di antichi paesi ma anche di adeguate strutture turistiche, sia invernali che estive.
Il Friuli Venezia Giulia si presenta dunque meta nuova, poco conosciuta ed ideale per chi ama la Storia, la Natura e l'arte, che qui, insieme all'opera rispettosa dell'uomo, hanno scolpito indelebilmente il territorio, sempre tuttavia in ossequio gli uni degl'altri.
I nostri itinerari alla scoperta del Friuli Venezia Giulia non potevano non partire che da Aquileia, che fin dalla sua colonizzazione romana del 181 a.C., è sempre stata la vera madre della vita economica, sociale e culturale di quella immenso territorio che prese il nome latino di X REGIO prima, e di Europa Orientale in epoca più tarda.
I Romani decisero nel II° secolo prima di Cristo di costruire nell'estremo lembo orientale della penisola italica, un importante centro militare ed economico, che fungesse da primo baluardo su quel fronte per la difesa della Pianura padana e, soprattutto di Roma. I geografi latini scelsero il Villaggio Celtico di Aquileja per la sua favorita posizione geografica: protetta da una foltissima selva, alla foce del fiume dal nome pre-romano "Natisso cum Turro", vicinissima al Mare Adriatico, luogo d'incrocio delle vie di comunicazioni esistenti con il Norico e la Pannonia.
Aquileia divenne ben presto importantissima dal punto di vista strategico e, soprattutto economico: il suo porto fluviale e le acque chete della laguna prospicente furono luogo ideale d'attracco per navi di qualsiasi dimensioni, che portarono ricchezza alla città ed al suo territorio d'influenza, che raggiunse margini enormi nel periodo imperiale. Numerose sono le vestigia rimasteci di quell'epoca: il FORO, la VIA SACRA ed il PORTO, il SEPOLCRETO ROMANO, le STRADE ... e numerosi altri reperti conservati nel MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE, e in altre numerose collezioni sia in Italia che all'estero.
Nel priodo di massimo splendore dell'IMPERO ROMANO, l'importanza economica e culturale di Aquileia fu tale da essere definita la "seconda Roma", ed il suo porto divenne il maggiore, per importanza e volume di traffici, di tutto il Mediterraneo orientale; la popolazione crebbe a dismisura, facendo della città una vera e propria metropoli multilinguistica e multiculturale, tanto che numerosi erano i mercanti e le comunità religiose provenienti dall'Oriente. Fra queste giunse, subito dopo la morte di Gesù, anche quella Cristiana che ben presto imparò a sfruttare la posizione favorevole della città per promuovere la sua opera di proselitismo.
autore: Manuel Orzan |
pubblicato il : 14-1-2002 |
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