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Il Centro nazionale per le arti contemporanee: una nuova istituzione

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Gli spazi che ospitano la mostra su Zaha Hadid costituiscono il primo nucleo del Centro nazionale per le arti contemporanee e anticipano l'attività in attesa della realizzazione del progetto della stessa Hadid, prevista per il 2005.
La storia del Centro nazionale per le arti contemporanee inizia nel 1997 quando il Ministero della Difesa cede al Ministero per i Beni Culturali un'area nel quartiere Flaminio di Roma, occupata da edifici in disuso della ex Caserma Montello.
Nel 1998 viene bandito un concorso internazionale di idee per la progettazione del Centro per le Arti Contemporanee da realizzarsi in quell'area. La proposta nasceva dalla volontà di dare un primo segnale di quell'auspicato risveglio di interesse della cultura italiana per la contemporaneità.

immagine a colori di un interno del Centro Nazionale per le Arti Contemporanee dell'architetto anglo-irakena Zaha Hadid (fonte: MN Comunicazione)

Il bando di concorso prevedeva una struttura "diffusa" con la presenza di vari "poli" museali: il Museo di architettura e il Museo delle arti del XXI secolo con annessi qualificati servizi per la ricerca e la conservazione e spazi per gli eventi dal vivo.
Tra i 15 progetti selezionati per la seconda fase vince il progetto dell'architetto anglo- irachena Zaha Hadid, scelto per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano e per la creatività della soluzione architettonica proposta.
A seguito della nomina del vincitore e grazie ai 125 miliardi di finanziamento disposti dalla legge 237 del 1999, è stato dato avvio alla progettazione preliminare che si è conclusa nel febbraio 2001.
Il progetto preliminare ha sviluppato con coerenza la prima idea progettuale che riprende la specificità del linguaggio architettonico di Zaha Hadid: l'idea di una forma architettonica ad andamento orizzontale composta da elementi seriali intrecciati in cui prevale uno spettacolare uso della luce zenitale, con un campus delimitato da edifici semi-indipendenti ed aperto alla circolazione pubblica.
La valutazione economica del progetto preliminare ha consentito di quantificare i costi dell'opera che superano il finanziamento della Legge 237/99.
In questo quadro si è ritenuto di proseguire per il progetto definitivo (dicembre 2001) procedendo per lotti funzionali.
Il progetto del resto, si presta ad essere articolato in due lotti funzionali grazie alle sue caratteristiche distributive e tecnico-funzionali. Il primo lotto funzionale nell'edificio principale contiene il Museo del XXI secolo, il Museo di architettura con annessi i principali servizi.
Il concetto originale espresso in fase di concorso e ribadito nel preliminare – ovvero l'idea di un campus aperto alla circolazione pubblica – è stato ampiamente mantenuto nel definitivo.
L'idea principale che informa il progetto è direttamente legata alla finalità dell'edificio come espositore di arti visive. Il sito è "solcato" da spazi espositivi, pareti che attraversano lo spazio. L'intersezione delle pareti definisce spazio interno e spazio esterno. Il visitatore è invitato in uno spazio denso e continuo piuttosto che in un singolo volume compatto. Gli spazi interni sono coperti da un tetto in vetro che inonda lo spazio di luce naturale filtrata dalle orditure strutturali del solaio. Questi elementi architettonici sottolineano la linearità del sistema spaziale e aiutano ad articolare le varie direzioni, sovrapposizioni e biforcazioni nel sistema delle gallerie.
La linearità levigata delle pareti facilita la circolazione attraverso il campus e all'interno delle gallerie, tra gli oggetti esposti.
A livello urbano la volumetria si pone in continuità con l'orientamento orizzontale dell'area, contrapposto agli edifici più alti che la circondano e crea nuove connessioni collegando via Guido Reni con via Masaccio e via Poletti, sfociando in piazza Mancini. Il percorso pedonale che attraversa il sito segue la morbida sagoma del museo, scivolando sotto gli elementi in aggetto degli edifici. Gli interni si mostrano attraverso numerosi scorci. Di sera sia il percorso che le pareti esterne degli edifici saranno illuminate dal basso, creando nuovi e suggestivi scorci.

Ufficio stampa:
DARC Beatrice Fabbretti 063202007 - 3356419189
EPR Comunicazione Rita Cristofari 06681621
cristofari@eprcomunicazione.it
MN Comunicazione Laura Falcinelli 0685376369 – 3482814527
falcinelli@mnitalia.com

autore: buildlab.com
pubblicato il : 13-6-2002
miniatura di un'immagine grafica a colori del progetto del Centro Nazionale per le Arti Contemporanee dell'architetto anglo-irakeno Zaha Hadid (fonte: http://www.beniculturali.it/elencovoci/artecontemp/centro/cifre.html) L'idea principale che definisce il progetto è direttamente legata alla finalità dell'edificio come espositore di arti visive.

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BIOGRAFIE
miniatura in bianco e nero della foto dell'architetto Zaha Hadid Hadid, Zaha Architetto di indiscussa fama internazionale. È fra gli interpreti più significativi del decostruttivismo in architettura. Tiene conferenze in tutto il mondo.

AZIENDE
DARC Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanea
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