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Salone del Mobile 2002: qualche progetto, il resto è merce

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Mostre, eventi e cocktail, turisti orientali a frotte, signore imbellettate e PR venticinquenni in giacca e cravatta.
Il Salone del Mobile, la passerella italiana, dopo quelle della moda, più celebrata all'estero, ha chiuso i battenti.
Migliaia i visitatori, il 7 per cento in più del 2001, venuti da ogni parte del mondo per scoprire le ultime tendenze del mercato in termini di stile, di colori e di nuovi materiali per l'arredo domestico.
"Il popolo del design" come lo definisce Rosario Messina, presidente del Cosmit, l'ente organizzatore della manifestazione, esprimendo la propria soddisfazione per l'affluenza record.

E "design", nell'accezione più comune del termine, hanno offerto gli espositori: migliaia e migliaia di prodotti arricchiti di quel tocco di creatività che rende un utile oggetto anonimo, un costoso ma irrinunciabile articolo alla moda.
Per la stagione a venire, dunque, chiunque voglia cambiare l'arredo della camera da letto, non può che scegliere un arredo in stile giapponese, come se ne sono visti tanti nell'edizione di quest'anno: mobili bassi, legni di tonalità chiara, possibilmente "fen-shui".
Anche fra quattro muri di cemento armato, in mezzo all'aria puzzolente di Milano, dà alla casa un'aria molto spirituale.

fotografia a colori di Poldina, progettata da Andrea Modica (fonte: Andrea Modica)fotografia a colori di Poldina, progettata da Andrea Modica (fonte: Andrea Modica)

Chi, invece, non facendo parte del "popolo del design", cercava al Salone qualche oggetto, non necessariamente "in stile", che racchiudesse spunti interessanti, poetici o anche solo curiosi, poteva trovarlo più facilmente fra gli stand del Salone Satellite, lo spazio dedicato ai progettisti più giovani e meno conosciuti.
Forse per il vantaggio che dà non avere la pressione della concorrenza e la necessità di sfornare continuamente nuovi prodotti, ogni anno i giovani designer che presentano i loro progetti al Satellite (spesso sotto forma di prototipi, in cerca di una azienda che sia interessata a metterli sul mercato) dimostrano di avere molto più da dire delle grandi firme che espongono nel resto del Salone.

Fra le idee intelligenti di quest'anno ad esempio c'era Poldina, disegnata da Andrea Modica (AM PM Studio).
Prima ancora che una poltrona, Poldina è un invito, uno di quei rari oggetti che preannunciano un nuovo modo di vivere e di relazionarci a ciò che conosciamo.
Gli oggetti che utilizziamo comunemente per riposarci più sono comodi, più ci portano ad assumere una posizione accovacciata e floscia.
La posizione zen, a terra a gambe incrociate, è eretta, ma richiede pratica e giunture elastiche.
Poldina è l'alternativa dinamica: il controllo è rivolto solo a noi, finalizzato alla ricerca della nostra posizione d'equilibrio. E' la possibilità di sedersi alla ricerca dell'armonia interiore: perennemente instabili ma oscillanti intorno al nostro centro.
I muscoli sono in leggera tensione ma il corpo è rilassato e la mente libera di viaggiare...

fotografia a colori del tavolino della serie Contact, progettato da Lorenzo Bustillos (fonte: Lorenzo Bustillos)fotografia a colori del contenitore della serie Contact, progettato da Lorenzo Bustillos (fonte: Lorenzo Bustillos)

Anche gli oggetti della serie Contact, del venezuelano Lorenzo Bustillos, parlano di equilibrio e di instabilità.
«Mi interessa - scrive Bustillos - cosa avviene quando due oggetti si toccano. Se si potesse dire che le palline di questa collezione fossero infinitamente tonde, il punto di contatto tra l'oggetto e la superficie sarebbe infinitamente piccolo, ma ancora in contatto, e quindi in equilibrio. Un punto, una singolarità concentrata, tanto invisibile quanto importante. Ed è questa singolarità che permette agli oggetti di rimanere fermi, al limite dell'instabilità».
Oggetti semplici e affascinanti per la loro matematica esattezza. Alla fantasia una sola, simpatica ed intelligente licenza: la livella in mezzo al tavolino per controllare che, se una delle tre gambe flessibili è appoggiata al divano o ad un altro tavolo, il piano d'appoggio sia sempre parallelo al pavimento.

Un'altra idea divertente è Ecograal, vaso da fiori disegnato dallo studio Mastro Design di Reggio Emilia.
E' costituito da un unico pezzo in resina: avvitando su di esso la parte superiore di una bottiglia d'acqua minerale si trasforma in un grazioso ed economico vaso per fiori.

fotografia a colori del vaso da fiori Ecograal progettato dallo studio Mastro Design (fonte: Mastro Design)fotografia a colori del vaso da fiori Ecograal progettato dallo studio Mastro Design (fonte: Mastro Design)

Insomma, qualche progetto degno di attenzione al Satellite c'era. Ma chi, per una pur giustificabile allergia all'evento mondano, abbia deciso di visitare solo il Salone Satellite e nessuno degli eventi fuori Salone ha perso la possibilità di ammirare un'esposizione fra le più interessanti di tutto l'evento fieristico.
Alla scuola di moda Marangoni, il designer e stilista spezzino, Moreno Ferrari ha presentato la sua collezione "Abiti naviganti".
Una mantella che diventa chaise longue, o canoa per affrontare mari e paludi, vie e piazze.
«Penso ad abiti che possano trasformarsi - scrive Ferrari - capi/oggetti per il nuovo nomade, che viaggia alla ricerca di una nuova spiritualità».
Il nuovo nomade percorre la terra e il mare, portandosi addosso il suo rifugio e il suo corredo esistenziale.
Già da qualche anno Moreno Ferrari indaga la possibilità di creare abiti che diventino oggetti e viceversa.
All'origine delle sue ricerche l'intuizione che l'abito sia qualcosa di più di una protezione. Che possa essere simbolo, arredo e persino imbarcazione o che diventi letto, o chaise longue, per rendere casa i non luoghi di terra o di acqua.
Un abito progettato per un uomo che ancora non c'è o che forse sta nascendo.

fotografia a colori dell'abito navigante, progettato da Moreno Ferrari (fonte: Luca Fregoso)fotografia a colori della collezione Abiti naviganti, progettata da Moreno Ferrari (fonte: Luca Fregoso)

Progettato, come Poldina, Contact, Ecograal, nel senso più antico e profondo del termine: lanciato avanti.
Lanciato verso un cammino diverso da questo che oggi, come società, ci troviamo a percorrere, spinti come siamo dal denaro e dal possesso. Lanciato verso l'immagine di un uomo alla ricerca della sua armonia interiore, che non ha bisogno di cose di cui diventare dipendente, casomai di qualche strumento, divertente e leggero da portarsi appresso.
Questo è progetto, signori. Il resto è merce.

fotografia a colori dell'abito navigante, progettato da Moreno Ferrari, trasformato in canoa (fonte: Luca Fregoso)

autore: Gaspare Tararà
pubblicato il : 7-5-2002
miniatura della fotografia a colori di uno degli oggetti della serie Contact (fonte: Lorenzo Bustillos) "Progettare" deriva dal latino tardo "proiectare", che significa "lanciare avanti"

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BIOGRAFIE
Ferrari, Moreno Moreno Ferrari nasce alla Spezia l'1 aprile 1952. Ha lavorato con il GFT (Gruppo Finanziario Tessile), SPW Company, nell'ambito di marchi che vanno da Martin Guy a C.P.Company. Negli ultimi anni si è dedicato alla realizzazione di progetti (in particolare i "Trasformabili") che hanno a che vedere con il mondo del design.

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COLLEGAMENTI
miniatura della fotografia a colori di Lorenzo Bustillos (fonte: Lorenzo Bustillos) LORBUS
Sito web del designer Lorenzo Bustillos, contenente diverse immagini degli oggetti della serie Contact


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