«La soddisfazione illimitata di tutti i desideri non comporta il vivere bene, né è la strada per raggiungere la felicità o anche soltanto il massimo di piacere. Il sogno di essere padroni assoluti delle nostre esistenze ha avuto fine quando abbiamo cominciato ad aprire gli occhi e a renderci conto che siamo tutti divenuti ingranaggi della macchina burocratica, e che i nostri pensieri, i nostri sentimenti e i nostri gusti sono manipolati dai governi, dall'industria e dai mezzi di comunicazione di massa controllati dagli uni e dall'altra. Il progresso economico è rimasto limitato ai paesi ricchi, e il divario tra nazioni ricche e nazioni povere si è più che mai ampliato. Lo stesso progresso tecnico ha avuto come conseguenza il manifestarsi di pericoli per l'ambiente e di rischi di conflitti nucleari, e sia gli uni sia gli altri, agendo isolatamente o insieme, possono mettere fine all'intera civiltà e forse anche ad ogni forma di vita».Così venticinque anni fa il sociologo tedesco Erich Fromm descriveva il fallimento della Grande Promessa del nostro sistema politico, economico e sociale, di pace e prosperità per tutti. Dal punto di vista di chi, per mestiere, progetta l'ambiente materiale questo è un tema tanto importante quanto difficile da affrontare. Difficile perché poche sono le immagini utili a sostituire oggi quella del cliente come consumatore (ovvero colui che distrugge).  |  |
Qualche giorno fa, per caso mi è capitato di leggere su internet un bell'articolo del progettista Isao Hosoe sul tema della "fluidità". «In Marocco a Marrakech, una quindicina di anni fa - scrive Hosoe - mi è capitato di vedere un gruppo di impiegati che stavano lavorando nel loro ufficio "nomadico". Questi sedevano sotto qualcosa che non era materico: l'ombra e non l'ombrello. Quando il sole si spostava si alzavano muovendo lo sgabello. Questa scena ha ingenerato in me una considerazione di natura storica sulla nostra cultura. Stiamo forse vivendo l'ultima fase dell'industrializzazione durata 200 anni: qualcuno ha chiamato questa condizione postmoderna, qualcuno postindustriale, altri informatica, ma comunque siamo nella parte matura dell'industrializzazione che è arrivata solo da 200 anni, che sono un niente rispetto ai 1000 anni della cultura agricola. Se noi consideriamo l'epoca precedente alla cultura agricola, vediamo che addirittura siamo stati per ben 200.000 o 300.000 anni cacciatori nomadi: una forma di cultura che abbiamo forse dimenticato poiché non basata sugli oggetti». Se vogliamo trovare nuovi paradigmi per il progetto dobbiamo studiare il modo di vivere dei nostri antenati nomadi. Secondo Isao Hosoe nella cultura occidentale, basata sugli oggetti, abbiamo sviluppato molto, grazie alla scienza e alla tecnologia, la logica dei solidi. Siamo diventati abili a gestire l'energia materiale ed i valori correlati ad essa: il possesso, ad esempio. Si dice avere macchina, avere una casa, ma anche avere un amico, avere una donna. Siamo capaci di gestire efficientemente l'energia materiale, di produrla, di conservarla, di utilizzarla ma non sappiamo molto dell'energia comportamentale.   Il tema del nomadismo e quello dell'energia comportamentale mi sono tornati alla mente quando ho letto in Abitare un articolo su I Trasformabili, capi/oggetto progettati da Moreno Ferrari per C. P. Company. Sono mantelle che, con giochi di zip, si trasformano in tende; giacche gonfiabili che mutano in aquiloni, K-way che diventano zaini: oggetti ben progettati e insieme rappresentazioni di uno stato esistenziale. Sono idee materializzate in prodotti impeccabili; esempi preziosi, come afferma Renata Molho, di possibilità, di speranza, perché dimostrano come le soluzioni siano da trovare in un approccio umanistico e non nel semplice inseguimento di consensi spettacolari e temporanei. «Penso ad abiti che possano trasformarsi - scrive Ferrari - capi/oggetti per il nuovo nomade, che viaggia alla ricerca di una nuova spiritualità». Nomadismo, viaggio, spiritualità, libertà: immagini nuove che condizioneranno profondamente il design del futuro. Peccato che, per ora, vestire i panni del nomade costi tanto, da poterselo permettere solo chi abbia la disponibilità di uno stabile conto in banca.  
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autore: Gaspare Tararà |
pubblicato il : 21-11-2001 |
Nomadismo, viaggio, spiritualità, libertà: nuove immagini per il design. |
BIOGRAFIE |
Hosoe, Isao
Si laurea in Ingegneria Aerospaziale (1965) e Master of Science (1967) alla Nihon University di Tokyo (progetta un aereo a propulsione umana). Dopo diverse esperienze professionali fonda nel 1985 Isao Hosoe Design.
Ha vinto numerosi premi internazionali con i suoi progetti nel campo del trasporto, mobili per ufficio, product design, telecomunicazioni, elettronica e mobili domestici.
Professore di Design al Politecnico di Milano, alla Domus Academy, all'Isia di Firenze, visiting professor all'estero. |
LIBRI |
Avere o essere?
Erich Fromm
Questo testo è, insieme a L'arte di amare, la più fortunata opera di Fromm. La ormai proverbiale distinzione che propone, tra una vita fondata sull'avere (ossia sull'egoismo e sull'avidità) e una vita fondata sull'essere (ossia sull'amore e la gioia di condividere) ha sedotto intere generazioni di lettori. |
Incisioni rupestri della Val Camonica
Ausilio Priuli |
RIVISTE |
I trasformabili
di Renata Molho
su Abitare
n° 405
Aprile 2001
2001
pag. 248-253;
editore: Abitare Segesta;
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COLLEGAMENTI |
Ideamagazine.net
Rivista on-line sul design e la piccola impresa, pagina in cui è riportato l'articolo di Isao Hosoe |
C. P. Company
Sito internet dell'azienda C. P. Company, produttrice della serie I Trasformabili. |
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