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Riprogettare la città moderna - quartiere Rozzol Melara, a Trieste

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Il Concorso

"Riprogettare la città moderna" è il concorso di idee per la riqualificazione dei quartieri di Borgo San Sergio e Rozzol Melara a Trieste, si rivolge agli studenti o ai giovani laureati in Architettura e Ingegneria. Il concorso si colloca all'interno di una serie di programmi e iniziative avviate dalla città di Trieste, nel corso del 2002, con lo scopo di elaborare e raccogliere ipotesi di riqualificazione di consistenti parti di città realizzate con l'intervento pubblico in diversi periodi del secondo Novecento. Strutturato in due bandi distinti, ha inteso assumere la riprogettazione del quartiere Rozzol Melara - unitamente a quella di Borgo San Sergio oggetto del secondo bando - quale occasione per una riflessione più generale sulle condizioni di quelle parti di città che rappresentano significative testimonianze di politiche, culture e tecniche dell'epoca, sulle quali appare oggi necessario non solo avviare processi di riqualificazione, ma anche avanzare ipotesi di tutela e conservazione. In particolare, con il concorso si è inteso rivisitare il senso, la forma e la funzione degli spazi collettivi e di relazione all'interno dell'unità di quartiere, nella convinzione che essi possano assumere un ruolo fondamentale in nuovi processi di riqualificazione. Nella fase progettuale a questi tipi di spazi e alla loro fruizione era stato affidato il ruolo di formare e rappresentare nuove comunità di cittadini, ma la scissione tra fase costruttiva dell'edificato e realizzazione del progetto dello spazio aperto, insieme ai differenti livelli di attenzione e manutenzione ad esso attribuiti, ha spesso avuto riflessi negativi sulla qualità di tutto lo "spazio abitabile", costruito e non.

immagine a colori fatte in computer grafica di viste del progetto 'Riprogettare la città moderna' - quartiere Rozzol Melara, a Trieste (fonte: Sherpa)immagine a colori fatte in computer grafica di una sezione del progetto 'Riprogettare la città moderna' - quartiere Rozzol Melara, a Trieste (fonte: Sherpa)

Dall'idea al progetto

"UTOPIE PIRATE: I corsari e i pirati dei mari del XVIII secolo crearono una "rete d'informazione" che si estendeva per l'intero globo: primitiva e primariamente rivolta a truci affari, la rete funzionava nondimeno ammirabilmente. Sparse attraverso la rete erano le isole, remoti nascondigli dove le navi potevano venire rifornite d'acqua e cibo, il bottino scambiato per necessità e lussi. Alcune di queste isole sostenevano "comunità intenzionali", intere mini-società che vivevano coscientemente al di là della legge e decise a rimanerci, anche se solo per breve ma felice esistenza." (hakim bey – t.a.z. – shake edizioni underground)
"Nell'idea di città situazionista la figura di riferimento sembra essere chiaramente l'arcipelago: una serie di città-isole immerse in un mare vuoto interamente navigabile." (F. Careri – Constant – ed. testo & immagini)

immagine a colori fatte in computer grafica di una vista al interno del progetto 'Riprogettare la città moderna' - quartiere Rozzol Melara, a Trieste (fonte: Sherpa)

Rozzol Melara [R_M] è l'edificio residenziale più grande di Trieste: con 2.500 abitanti, 468 appartamenti, 89.000 m2 e 267.000 m3.

Da Rozzol Melara si vede il mare …
Dal mare si vede Rozzol_Melara …

"Le cose non sono andate troppo bene per R_M negli ultimi anni! La dispersione urbana e il fabbisogno abitativo sono state le ragioni per la costruzione di R_M. Nel modo tipico degli anni '70 il quartiere fu strutturato come una "città autosufficiente". UN DINOSAURO CONTRO L'ESPANSIONE SELVAGGIA DELLA PERIFERIA, ma R_M viene da lontano."

All'origine di R_M c'è un piccolo impiegato francese di Beçançon: Charles Fourier. All'inizio dell'Ottocento Fourier elabora il modello del falansterio: la vita e la proprietà saranno interamente collettivizzate.
La ricetta per preparare un
Falansterio è semplice:
Ingredienti:
- 1.620 individui (1 falange);
- 1 grande edificio;
- un pizzico di "liberazione passionale"
La preparazione prevede all'interno dell'edificio:
- alloggi per anziani (al piano terra);
- alloggi per bambini (al piano mezzanino);
- una strada comune per attrezzature collettive (al primo piano);
- alloggi per adulti (ai piani superiori);
Quindi, aggiungere agricoltura + industria leggera, et voilà!

In poco tempo, questo modello si diffonde in tutta l'Europa. Il falansterio comincia il suo viaggio nello spazio e nel tempo attraversando epoche e confini:
- Alla fine dell‘800: J.B.Godin realizza il familisterio;
- Negli anni 1930/40 a Mosca il Narkonfim di Ginzburg;
- Nel 1945: Le Corbusier concepisce l'unitè d'habitation di Marsiglia;
- Nel 1930 al modello della città autonoma si associa quello della megastruttura con il "plan obus" di Le Corbusier ad Algeri.
- Negli anni 1960/70 i MEGAEDIFICI si diffondono ovunque:
- 1964: le vele (Di Salvo - Napoli);
- 1968: forte Quezzi (Daneri - Genova);
- 1970: R_M (Celli - Trieste);
- 1972: vigne nuove (Passatelli - Roma);
- 1978: Corviale (Fiorentino - Roma);
- …searching

Ogni grande città ha il suo falansterio. Quartieri strutturati come "città autosufficienti", città nelle città, fortezze isolate. Utopie mai realizzate, i megaedifici stanno tornando rapidamente all'attenzione della critica architettonica. Ci si interroga sulle possibilità di recupero e riqualificazione e sulle cause che hanno determinato il fallimento di questa utopia, riscontrabili nella mancanza di collegamenti con la città, nel degrado e nell'incuria in cui versano soprattutto le parti comuni, nella concentrazione di fasce sociali a rischio.
Le città autonome hanno chiuso le porte alla città reale.
La supposta autosufficienza ha generato ghetti: isole nella città.
I DINOSAURI SONO ANCORA UNA VOLTA A RISCHIO DI ESTINZIONE
Crediamo che per attivare un processo di riqualificazione non siano sufficienti operazioni di "restyling": "I dinosauri non possono sopravvivere da soli …
R_M non può sopravvivere da solo …
I dinosauri non possono vivere senza le città …
R_M non può vivere senza Trieste …
Proponiamo un'inversione di tendenza. Possiamo rimettere in gioco questi edifici solo guardandoli con occhi nuovi. Con mille occhi nuovi. È l'idea di città autonoma che non funziona.

immagine a colori fatte in computer grafica di una sezione del progetto 'Riprogettare la città moderna' - quartiere Rozzol Melara, a Trieste (fonte: Sherpa)

Proponiamo: isole nella rete (un progetto in tre fasi)

"Stiamo cercando spazi (geografici, sociali, culturali, immaginativi) che abbiano potenziale per fiorire come T.A.Z. e stiamo cercando tempi in cui questi spazi siano relativamente aperti." (Hakim Bey – t.a.z. – Shake edizioni Underground)
"Esiste una sorta di città inconscia che vive accanto alla città del quotidiano. Questi territori formano un sistema di spazi vuoti che si ramifica dentro i pieni. La città nomade vive in osmosi con la città sedentaria, si nutre dei suoi scarti e le offre in cambio un territorio che può essere esplorato, vissuto e trasformato come una foresta vergine ed incontaminata." (F. Careri – Constant – ed. testo & immagini)

immagine a colori fatte in computer grafica di una sezione del progetto 'Riprogettare la città moderna' - quartiere Rozzol Melara, a Trieste (fonte: Sherpa)

FASE 1 R_M E LA RETE
"Mettere giù una mappa del paese: su quella mettere una mappa di cambiamento politico, sopra quella una mappa della rete, specialmente la controrete con la sua enfasi sul flusso clandestino di informazioni e logistica. E finalmente sopra tutte le altre la mappa 1:1 dell'immaginazione creativa, estetica e di valori. La griglia risultante viene in vita animata da inaspettati mulinelli e aumenti improvvisi d'energia, coagulazioni di luce, tunnel segreti, sorprese." (Hakim Bey – t.a.z. – Shake edizioni Underground)
Immaginiamo queste megastrutture sparse in tutto il mondo come epicentri di una grande "metapoli": un bacino di lavoro, residenza e attività, connesso in forma di rete e in scala internazionale, secondo i modelli dei mezzi di trasporto rapidi.
La rete si stende sull'Italia, sull'Europa, sulla Terra….
Ai nodi stanno questi grandi edifici. La rete come una enorme città che attraversa confini e popolazioni. Una città-arcipelago, ogni edificio è un'isola, ogni isola è un organismo che reagisce all'ambiente che la circonda.
Non più comunità isolate ma ISOLE NELLA RETE
Non più ghetti ma quartieri di una nuova città dai confini incerti, mutevoli.
I megaedifici sono i nodi di questa rete e sono i condensatori di attività ed energie.
R_M potrà ospitare attività legate all'arte, al tempo libero, all'accoglienza: mostre (temporanee e permanenti) e spettacoli di arti visive, musica, cinema, teatro, danza– convegni e rassegne itineranti - festival - laboratori e atelier per sviluppare la produzione di opere - attrezzature sportive – aree e percorsi per jogging e attività all'aria aperta - campi da gioco - negozi specializzati; alloggi per studenti (tipo erasmus) - alloggi per professionisti nomadi - hybrid houses (zone residenziali non tradizionali).
R_M potrà anche offrire: credit cards only for residents, una possibilità per i residenti di usufruire di vantaggi e agevolazioni all'interno della rete.

FASE 2 R_M E TRIESTE
Nato come comunità autosufficiente R_M è stato pensato essenzialmente come un grande contenitore residenziale.
Alla prevalente destinazione residenziale sono stati associati servizi per la comunità. Alla base sempre l'idea di piccola città autonoma.
Ogni megaedificio deve aprirsi alla città. La città deve entrare al suo interno.
R_M deve aprirsi a Trieste. Trieste deve entrare al suo interno.
Proponiamo di ridurre le residenze per dare maggiore spazio alla cultura, al verde, allo sport. Organizziamo reti, controreti, ragnatele in grado di innervare R_M e Trieste.
R_M HA BISOGNO DI TRIESTE - TRIESTE HA BISOGNO DI R_M
R_M può piacere a Trieste perché è grande, ha grandi quantità di spazio utilizzabile, è dominante, panoramico e memorabile.
Portiamo Trieste dentro R_M. E con Trieste portiamoci anche tutte le altre città che hanno amato Trieste. R_M è una macchina che annulla distanze e confini.

FASE 3 R_M
I livelli comuni dovevano diventare il cuore pulsante dell'edificio. In un edificio dominato dalla residenza le "rue corridor" dovevano contenere le attività urbane (negozi, scuola, biblioteca, centri sociali, palestre, etc.). Ma ... non è facile ... comprimere una città in un corridoio. L'analisi di queste realtà è spietata:
- Nantes – Unitè d'habitation = zona servizi NON REALIZZATA;
- Berlino – Unitè d'habitation = zona servizi NON REALIZZATA;
- Roma – Corviale = zona servizi OCCUPATA;
- Roma – Vigne Nuove = zona servizi IN ABBANDONO;
- Parigi – 13° arrondissement = COMPLETAMENTE TRASFORMATO;
- Ancona – hotel house = zona servizi INUTILIZZATO;
- R_M = SOTTOUTILIZZATO.
È da qui che R_M deve rinascere.
"Proponiamo uno spazio permeabile, permeabile agli usi e ai cambiamenti.
Non troppo organizzato ma organizzabile …
Non troppo strutturato ma strutturabile …
POROSITÀ è la parola chiave, il meccanismo con cui portare finalmente le città dentro R_M: dall'alveare alla spugna
I vuoti invadono R_M… Cercano spazio … Cercano luce.
Il nuovo spazio è liquido. È mutevole, si spinge in avanti, indietro, in alto, in basso, crea zone ibride dove sperimentare nuovi modi dell'abitare, crea un luogo in grado di ospitare molteplici e mutevoli eventi.
"Basterebbe forse esasperare nel suo immenso corpo quella varietà di usi e attività che non gli è stata mai davvero concessa (…); permettere in questi grandi massi di cemento un'abitabilità sottratta a qualsiasi normativa d'uso, lasciando che vi si introducano spazi di lavoro, di commercio, luoghi espositivi, di sperimentazione, di svago." (S. Boeri – dal sole 24 ore del 10/2/2002)
"Il gran numero di spazi differenti attraversabili di cui la città è composta formeranno uno spazio sociale vasto e complesso (…). Spazi contigui e comunicanti offriranno la possibilità di creare una variazione infinita di ambienti, facilitando la deriva degli abitanti e incontri casuali e differenti." (Constant – in i.s. N.3)
L'intervento nasce dalla corte. La corte è la nuova porta di R_M.
È un dispositivo di collegamento, rompe i margini e permette alla città di insinuarsi dentro R_M per poi diffondersi nell'edificio.
L'edificio è attraversato da grandi crateri dal basso verso l'alto, che definiscono nuovi spazi e nuovi collegamenti. La sezione dell'edificio è attraversata da una rete di canali che si espandono e si contraggono reagendo alle esigenze delle nuove funzioni.

DATI DIMENSIONALI:
OGGI:
RESIDENZA 85%
SERVIZI 15%

DOMANI:
RESIDENZA 50%
SERVIZI 40%
RESIDENZE ATIPICHE 10%

"Blob or box – it doesn't matter anymore. To redefine organisational structures in an inclusive way means to proportion all information at the basis of the project in one, comprehensive system. Time and construction are compressed into one organisational structure. Rationality and fantasy coincide.
If the resulting project possesses proportions that work and it sounds right, it can take any form.(B. Van Berkel – Move)

autore: Sherpa
pubblicato il : 8-4-2003
miniatura di un disegno a colori rapresentativo della pianta del progetto 'Riprogettare la città moderna' - quartiere Rozzol Melara, a Trieste (fonte: Sherpa) I livelli comuni dovevano diventare il cuore pulsante dell'edificio. In un edificio dominato dalla residenza le "rue corridor" dovevano contenere le attività urbane ...

AZIENDE
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