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Stile di Caccia - Case e cose da abitare

località: Verona
inizio: 07-12-2002
conclusione: 09-03-2003
realizzazione: Museo di Castelvecchio

La mostra, curata da Fulvio Irace e Paola Marini, si colloca all'interno di una consolidata attenzione nei confronti dell'architettura contemporanea da parte del Museo di Castelvecchio (come testimonia anche la mostra dedicata, nel 2000, a Carlo Scarpa) e si propone di presentare una panoramica antologica sull'opera di Luigi Caccia Dominioni - che a Verona ha realizzato importanti lavori -, prendendo in esame i due aspetti salienti della sua attività: quello di architetto e quello di designer. Il catalogo della mostra sarà edito da Marsilio Editori. Classe 1913, Luigi Caccia Dominioni è uno dei più brillanti e maturi architetti della seconda generazione. Protagonista appartato della scena architettonica sin dagli anni della ricostruzione, Caccia Dominioni si è qualificato come uno dei più sensibili interpreti dell'arte del costruire come artigianato "virtuoso", elaborando nel tempo una sorta di "stil novo" capace di riecheggiare sonorità e timbri di un'idealizzata lingua lombarda. La mostra, che si propone dunque come un omaggio critico alle declinazioni di quello "stile", è suddivisa in tre sezioni, che affrontano i progetti di architettura e di interni da un lato, e gli oggetti di design dall'altro. La sezione dedicata alla figura di Luigi Caccia Dominioni architetto è prevalentemente centrata sul tema dell'abitare e analizza l'argomento sotto profili diversi, spaziando dai nuovi interventi di edilizia residenziale, al restauro urbano, alle ristrutturazioni di interni. È inoltre presente, sempre all'interno di questa sezione, una significativa selezione dei numerosi progetti realizzati dall'architetto nella sua lunga carriera. L'indagine retrospettiva si propone di porre in una serie di casi-studio diversi apparati tematici, come la casa dell'architetto in piazza Sant'Ambrogio (1947-49), l'edificio per abitazioni in via degli Alerami (1963-66), gli edifici residenziali di via Nievo (1955-56), di via Vigoni (1955-59), di via Santa Maria alla Porta (1958-60), di via Massena (1958-63), di piazza Carbonari (1960-61), ma anche l'edificio in corso Monforte (1963-64), il collegamento tra la chiesa di San Fedele e la Chase Manhattan Bank, sempre a Milano (1968-70); le ristrutturazioni di interni a Lomazzo (Como, 1954-57), dell'edificio per abitazioni in via Gesù a Milano (1960-62), accanto alla Biblioteca Vanoni a Morbegno (Sondrio, 1965-66) e alla sistemazione della Pinacoteca Ambrosiana a Milano (1959-68); le sedi per uffici di corso Europa (1953-66), la Loro Parisini in via Savona (1951-57), gli uffici Cartiere Binda (1963-70) e la sede per la Società Cattolica di Assicurazione a Verona (1968-71 e 2000-2001). In particolare, la mostra mette in evidenza come a partire dal secondo dopoguerra il lavoro di Caccia Dominioni abbia fornito un fortunato modello abitativo negli anni del miracolo economico. Caratteristica dell'architetto, infatti, è la compresenza, visibile in nuce già negli anni della ricostruzione, di due temi formali forti: da un lato la facciata asimmetrica rivestita in piastrelle lavabili di via Ippolito Nievo e piazza Carbonari, luoghi di una riflessione rigorosa e fondativa sul tema dell'abitazione "moderna"; dall'altro la rivisitazione sobria e colta del Neoclassicismo lombardo presente, ad esempio, negli edifici di corso Monforte e di piazza Meda, rivestiti in intonaco e cadenzati ritmicamente dalle aperture simmetriche, veri e propri manifesti di un amore per la tradizione costruttiva ed espressiva locale che segna profondamente tutta la produzione dell'architetto. Modelli abitativi inediti per una borghesia da poco affacciatasi alle soglie di un rinnovato benessere che, pur scegliendo la dimensione del condominio, non rinuncia al senso della privacy e all'individualità dei tagli abitativi, convivono così con edifici di austera sobrietà, nati dallo studio dell'ambiente e dalla frequentazione ininterrotta del genius loci. In omaggio al gusto "artigianale" per la materia proprio di Caccia Dominioni, in mostra verranno esposte alcune campionature di materiali e di particolari architettonici (inferriate, parapetti, bugnati…) che esprimono sinteticamente la cura del dettaglio e il lessico costruttivo così caratteristici dell'opera dell'artista. Tema assai caro a Caccia Dominioni è lo studio planimetrico degli edifici, tanto che egli ama autodefinirsi "un piantista". Per questa ragione un settore della mostra verrà dedicato all'esposizione delle piante. "La pianta - egli dice - è il leit-motiv che regge tutta la composizione. Io mi sforzo sempre di conferire una certa qualità alla casa, anche se piccola. Quello che cerco di fare è di studiare percorsi minimi solo per i collegamenti strettamente funzionali e di dare invece lo sviluppo massimo ai percorsi cosiddetti di rappresentanza. Si ottiene perciò un tipo di razionalità aderente a una particolare concezione dell'abitare; il sistema può apparire irrazionale se considerato con criteri puramente pratici, ma a mio avviso è un elemento per rendere più umana la casa". Nella sezione dedicata all'attività di Caccia Dominioni designer, i progetti esposti intendono presentare una selezione degli elementi di arredo studiati per le varie residenze e in seguito entrati in produzione grazie al sodalizio instauratosi tra l'architetto e alcune aziende come Azucena, Lualdi, Alessi. Spesso si tratta di oggetti divenuti in seguito di gusto comune (apparecchi radio, maniglie, lampade da tavolo, posate), pensati secondo una logica artigianale anche se oggetto di produzione industriale. Le ricerche, in particolare nell'archivio dell'architetto, hanno consentito lo studio di documenti inediti, disegni, schizzi, prototipi, bozzetti per elementi decorativi, quali ad esempio i pavimenti. Di questi ultimi saranno esposti in mostra alcuni di quelli progettati con lo scultore Francesco Somaini, frutto di una stretta collaborazione attiva sin dagli anni Cinquanta. Nell'allestimento della mostra, curato da Mario Bellavite e Filippo Bricolo, su un'idea dello stesso Luigi Caccia Dominioni, le pareti accoglieranno una documentazione sulle architetture; appositi e originali espositori ospiteranno invece gli studi planimetrici dell'architetto. Una sala sarà dedicata al progetto della Pinacoteca Ambrosiana, emblema del legame tra la museografia di Caccia Dominioni e quella italiana del dopoguerra, che si potrà contestualmente rileggere attraversando il Museo di Castelvecchio dopo aver visitato la mostra.

Vernice, sabato 7 dicembre dalle ore 11 alle 16, Museo di Castelvecchio.
Orario: tutti i giorni, 8.30-19.30, tranne il lunedì 13.30-19.30;
Biglietto intero: Euro 3,00; Biglietto ridotto Euro 2,00 (gruppi, studenti, anziani); Visite guidate alla Mostra gratuite (ingresso a pagamento). Sabato ore 10,30;
Catalogo Marsilio Editori.

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