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Ritratto di un'idea - Arte ed Architettura nel Fascismo

località: Roma
inizio: 20-05-2002
realizzazione: EDS - Agenzia di Informazioni

La mostra intende documentare la produzione artistica ed il dibattito architettonico nel periodo fascista, esaminando in particolare le opere di committenza pubblica o comunque concepite per esprimere concetti e sentimenti cari all'ideologia di regime. Si evidenzia come questa produzione, nei suoi esempi più significativi, comprenda un folto gruppo di opere di prima grandezza, capaci di reggere il confronto con le punte più avanzate della ricerca artistica internazionale. Si chiarisce inoltre come i rapporti tra arte e istituzioni fasciste non si presentino con una fisionomia unica e compatta ma come essi si siano trasformati per rispondere alle varie idee di sé messe a punto dal fascismo nel corso del ventennio. Una volta giunto al governo, il fascismo allenta l'iniziale sodalizio con il futurismo, incapace di assecondare esigenze di "normalizzazione” e di consolidamento del potere. Prende forza l'intesa tra Mussolini e la Sarfatti, promotrice del "ritorno all'ordine” e del Novecento italiano.
Dagli anni Trenta il Fascismo, avendo ormai consolidato il proprio potere, codifica un proprio stile volto a promuovere le politiche avviate nelle campagne – battaglia del grano, agro redento – e nei centri urbani, dove la realizzazione di nuove stazioni, uffici delle poste, palazzi di giustizia, case del fascio diventa evidente testimonianza della sua efficienza e solidità.
Vengono esposte decine di fotografie e progetti che documentano la compresenza nelle maggiori città delle architetture solenni di Piacentini e di quelle razionaliste di Terragni e Michelucci. È dato spazio agli edifici progettati per Littoria e Sabaudia, prime città di fondazione, ai piani regolatori di Carbonia, Gimma e Harar, banco di prova per gli architetti razionalisti, chiamati a realizzare in Italia, e nelle colonie, piccoli centri a misura d’uomo, efficienti e razionali.
Non mancano importanti testimonianze del lavoro che i più quotati artisti dell’epoca svolsero, in stretto contatto con i progettisti, allo scopo di animare con ricchi apparati decorativi i più importanti edifici pubblici. I bozzetti di Sironi per la grande vetrata del Palazzo delle Corporazioni e per gli affreschi dell’Aula Magna dell’Università di Roma, gli studi preparatori di Cambellotti per le decorazioni del Palazzo del Governo di Littoria, le ideazioni di Severini per i mosaici al Foro Italico, i cartoni di Funi per gli affreschi nella chiesa di San Francesco a Tripoli e infine i lavori di Depero per le decorazioni all’EUR testimoniano la sentita esigenza di architetti e artisti di concepire opere globali.
L’esposizione comprende anche opere di Balla (di cui viene esposto l’importante dipinto dedicato ai trasvolatori di Balbo) Baroni, Campigli, Carrà, Martini, Messina, Rosai, Soffici, Thayaht, Wildt, che in modo più o meno esplicito assecondano le esigenze di propaganda, sempre con esiti di indubbio valore artistico.
Il percorso espositivo comprende infine una ricca rassegna di manifesti concepiti dai maggiori cartellonisti dell’epoca. Dudovich, Codognato, Sepo, Boccasile, Mondaini promuovono con immagini di grande impatto visivo ora i principali marchi industriali, ora le grandi campagne politiche del regime.

Per informazioni rivolgersi alla Segreteria organizzativa
Tel.: 06 67662368,
sito internet: www.ritrattodiunidea.it
e-mail: serviziomostre@provincia.roma.it
Mostra Promossa dalla Presidenza della Provincia di Roma.
Capo Ufficio Stampa Dott. Marco Fondi
Il direttore della mostra Estemio Serri

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