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25-09-2001 |
La coscienza ecologica entra nelle case, rivoluziona le tecniche di costruzione e si crea una sua identità, quella, appunto, del bioarchitetto. I suoi compiti? «Trovare un trait-d’union fra ecologia e costruzioni. Portare avanti una filosofia che trasformi la casa in una seconda pelle e che, insieme alla scelta rigorosamente naturale dei materiali, curi pure l’aspetto culturale, estetico e psicologico dell’ambiente in cui si vive», sostiene l’architetto Alessandro Trivelli, docente di Energia ecocompatibile all’università di Lecco e vicepresidente della sezione milanese dell’Inbar, l’Istituto nazionale di bioarchitettura.
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