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La valle di Daone e le sue dighe, in Trentino |
autore: Chiara Garroni [email:
kgikwv@tin.it] pubblicato il : 19-3-2002 |
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Nel Trentino sud occidentale ai piedi dell’Adamello si trova la valle di Daone. Negli anni ’50 furono costruite tre dighe, una centrale idroelettrica in roccia e le condotte forzate per il collegamento con le centrali a valle. Dopo quel periodo di sconvolgimento ora la valle è tornata ai silenzi di un tempo, ad una natura ancora splendida, con in più l’ attrazione delle imponenti dighe, che da quest’anno L’Enel aprirà al pubblico. |
La valle di Daone, nel Trentino sud occidentale, negli anni ’50 subì una radicale trasformazione con la costruzione di grandi dighe e centrali per l’ utilizzazione idroelettrica del bacino del fiume Chiese.
In quell’ angolo di natura, fino allora di una bellezza incontaminata, si riversarono oltre duemila operai, si disboscò, si fecero brillare le rocce, si macinarono i massi di granito, si costruì una grande centrale idroelettrica sotto la montagna, una diga in località Morandin, una a malga Boazzo e una a malga Bissina, a 1788 metri di altitudine.
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Fin dagli anni ’20 la Società Elettrica Bresciana aveva cominciato a “studiare” la valle, e nel 1926 era pronto il primo studio di massima dell’ ingegner Angelo Omodeo; nel 1949 fu data la concessione per la derivazione delle acque del fiume Chiese. Nel 1950 il primo progetto fu in gran parte modificato, in base a nuove indagini topografiche, geologiche e ideologiche , dall’ ingegner Claudio Marcello, che ideò l’ impianto così come poi fu realizzato, e diede anche il proprio nome agli elementi cavi che costituiscono la diga di calcestruzzo a gravità alleggerita di Bissina.
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L’ impianto idroelettrico utilizza l’acqua del fiume Chiese, dall’ invaso della diga di malga Bissina a 1788 metri di altitudine, alla centrale di malga Boazzo, con un salto massimo di 650 metri e una portata massima derivabile di 19,5 mc/sec. Dall’ invaso di malga Boazzo l’ acqua scende poi con un salto di 738 m alla centrale di Cimego, con una portata massima derivabile di 35 mc/sec. La capacità utile dell’ invaso di Bissina è di 60 milioni di metri cubi; la costruzione della diga, realizzata dall’ impresa Lodigiani di Milano, iniziò nel maggio del 1955 e terminò nel novembre del 1957. Il collaudo ci fu nel 1962. Alta 84 metri nel punto massimo, e lunga 563 metri, la diga è costituita da 22 elementi cavi separati da giunti permanenti, con 2 spalle a gravità massiccia in sponda destra e sinistra.
Fondata interamente su tonalite, una roccia molto compatta, la diga di Bissina ha un volume di 443 mila metri cubi, e gli inerti per il calcestruzzo sono stati estratti da una cava di tonalite nelle vicinanze.
Gli organi di scarico del serbatoio sono 3. Quello di superficie, posto nella sponda orografica sinistra, è costituito da 2 luci affiancate (soglia a m. 1784,30) dell’ ampiezza complessiva di 18 metri, intercettabile da 2 paratoie piane metalliche di m. 9x2,50, sormontate ciascuna da una ventola automatica con ciglio a m.1788, il livello di ritenuta normale.
Di fianco alle luci suddette c’è uno sfioratore a soglia fissa lungo 25 m, con ciglio a 1788 m, che entra in funzione solo in caso di eventi eccezionali.
Il secondo scarico è quello di alleggerimento, ricavato nell’ elemento n. 18 della diga. E’ una tubazione metallica a sezione rettangolare (2,10 x 3,15 m.) che attraversa il parametro di monte con il fondo a 1750 m. di altitudine, intercettata a valle da due paratoie piane a saracinesca poste in serie.
Il terzo scarico è quello di fondo, ed è costituito dalla galleria utilizzata durante la costruzione della diga per la deviazione delle acque del Chiese.
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La galleria è a sezione circolare (diametro m. 3,50), con soglia d’ imbocco a 1711 m, ed è intercettata da 2 paratoie piane a saracinesca in serie delle dimensioni di 2 x 2,80 m. Un pozzo verticale fra gli elementi 12 e 13 dà accesso alle paratoie.
L’ opera di presa è situata in sponda destra, e consiste in un manufatto in calcestruzzo con soglia d’ imbocco a 1716,50 m, protetta a monte da una griglia e intercettata da paratoia metallica.
Il canale di derivazione in pressione è una galleria a sezione circolare (diametro m. 2,90), lungo 5385 metri, con portata massima di 19,5 mc/sec. La galleria, scavata nella roccia in sponda orografica destra, è rivestita in calcestruzzo e convoglia l’ acqua dalla diga di Bissina alla centrale di Boazzo. Nella galleria sono immesse direttamente, con pozzi subverticali, le acque dei torrenti Campo, Saviore, Signorine e Re di Castello. Alla fine della galleria di derivazione è posto il pozzo piezometrico, scavato nella roccia: è costituito da una canna inclinata (diametro m. 2,45), con camera di espansione di 2000 mc. e 2 camere di compenso (totale 3000 mc.), con pozzo di aerazione. La condotta forzata, costituita da una tubazione metallica in lamiera di acciaio, è installata libera in galleria, ha un diametro di m. 2,25 ed è lunga 686 m. Essa termina nel distributore con 4 derivazioni per l’ alimentazione delle turbine della centrale.
La centrale di malga Boazzo è ricavata in caverna, e vi si trovano la sala macchine, sala quadri, trasformatori, servizi ausiliari e valvole rotative.
I due gruppi generatori, ognuno dei quali ha una potenza di 47400 KW, sono costituiti ciascuno da due turbine Pelton ad asse orizzontale con alternatore centrale da 48 mila KVA.
Vi è inoltre un piccolo gruppo con una turbina Pelton da 1020 KW per i servizi ausiliari. La centrale è completamente automatizzata e viene telecomandata dalla centrale di Cimego, in val del Chiese. I due trasformatori trifasi della potenza elettrica di 48 mila KVA elevano la tensione da 10 a 220 KV e sono posti in caverne dotate di impianti automatici per lo spegnimento di eventuali incendi. Sono collegati ai rispettivi alternatori per mezzo di sbarre di rame in cassoni blindati. L’ energia a 220 KV viene quindi convogliata alla stazione all’ aperto mediante cavi ad olio fluido. L’ acqua, dopo essere stata utilizzata, torna al serbatoio di malga Boazzo mediante canale di scarico in galleria lungo 200 metri. All’ esterno c’è la stazione di smistamento a 220 KV dalla quale parte una linea che va alla centrale di Cimego. I generatori della centrale di malga Boazzo sono entrati in produzione nell’ ottobre del ’58; la producibilità media annua teorica dell’ impianto Bissina - Boazzo è di 142 milioni KWh, dei quali 86 milioni invernali. La diga di malga Boazzo ha un’ altezza massima di 57 m. ed è lunga 440 m; la sua capacità utile è di 11,8 milioni di mc, con livello di massimo invaso a quota 1224,50 metri di altitudine. In sponda destra è costituita da 5 elementi cavi a gravità alleggerita separati da giunti permanenti, e in sponda sinistra da più elementi a gravità massiccia, che incorporano anche lo scavo di superficie. La sua pianta ha una forma particolare, per utilizzare lo sperone di tonalite centrale, all’ interno del quale è stato ricavato lo scarico di fondo. Costruita dall’ impresa Salci di Milano è stata iniziata nel ’54, ultimata nel ’56 e collaudata nel ’58. La condotta forzata che collega Boazzo a Cimego è costituita da tubazione metallica in acciaio (diametro variabile da m 2,90 a m. 3,30), è lunga 1240 metri ed è posta all’aperto. Per le notevoli potenze installate in centrale a Cimego sono state effettuate particolari ricerche per il dimensionamento della condotta forzata e del pozzo piezometrico, in relazione alla stabilità idraulica e meccanica del sistema.
Al termine dei grandi lavori, che avevano rotto i silenzi millenari e sconvolto quel paradiso di natura, si tornò in breve tempo alla vita tranquilla, ed oltre alle dighe, alle centrali ed ai laghi artificiali, che ormai fanno parte del paesaggio e sono meta essi stessi di un turismo sempre crescente, è rimasto un simbolo particolare di quel periodo, che val la pena di essere ricordato: la “bora”, posta nel parco di Daone.
E’ un grosso tronco di abete bianco, di 700 anni, con il diametro di oltre 3 metri e la circonferenza di 10 metri, abbattuto perché sorgeva proprio nella piana di malga Boazzo, località sommersa dall’ acqua del fiume Chiese dopo la costruzione dell’ omonima diga. Per abbattere quello che veniva considerato il più grande abete bianco delle Alpi occorsero 34 ore di lavoro, e due giorni per ripulirlo dei rami e segarlo. L’ enorme tronco fu portato in giro come fenomeno in diverse regioni, e fu esposto alla fiera di Torino “Italia ’61”, unico esemplare delle Alpi di quelle dimensioni. La prima volta che il tronco arrivò in paese a Daone, fu accolto da tutta la popolazione e dalla musica di un organo che era stato sistemato in piazza per una accoglienza speciale a quell’ albero speciale, soprannominato la “Regina di Boazzo”.
Dopo tanti anni, e smentendo i timori di molti, la valle di Daone è tornata ad essere un ambiente montano ricco, anche se con un po’ di acqua in meno rispetto a prima, e con tante risorse nuove per un turismo particolare.
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Ormai infatti la valle è famosa per le cascate di ghiaccio, scoperte dagli appassionati di arrampicata a metà degli anni ’80, e pienamente valorizzate dopo il meeting internazionale del 1989. Ora ne sono censite 130, meta di moltissimi appassionati che scalano le “pareti di cristallo” nei mesi invernali, e ne vengono scoperte di nuove ogni anno. Gli arrampicatori, man mano che le scoprono, le “battezzano” con fantasia, e questi nomi restano a testimonianza delle sensazioni che hanno saputo suscitare la prima volta: Regina del lago, Sudori caldi, Verecolene, Gran scozzese, Machu Pichu. Quest’ anno la valle di Daone ha ospitato i Campionati italiani di arrampicata su ghiaccio, e l’ unica tappa italiana della Coppa del Mondo, la “Ice World Cup 2002”. Sempre in tema di arrampicata, questa volta non su ghiaccio, è stata allestita recentemente una parete attrezzata proprio sulla diga di malga Bissina.
Sono stati creati percorsi di diversa difficoltà, per soddisfare sia esperti di arrampicata libera che principianti. La parete è attrezzata con 3000 prese a rilievo in diverso colore, ogni colore identifica un itinerario: questi saranno periodicamente rinnovati per offrire nuove difficoltà e percorsi. Da quest’ anno la diga di malga Bissina e la centrale in roccia di Boazzo saranno aperte al pubblico, grazie ad un accordo fra l’ Enel ed il Comune di Daone. Sarà possibile effettuare le visite a gruppi, per informazioni ci si rivolga al Comune di Daone (tel. 0465 674064), o all’ Ufficio turistico Alto Chiese (tel. 0465 901217, email ctavalgiu@editeltn.it).
Un altro aspetto della valle di Daone, del tutto diverso ma forse ancora più suggestivo, è la grotta di Aladino, scoperta negli ultimi anni da un gruppo di speleologi di Brescia.
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E’ una grotta che si apre a 1995 metri di altitudine al margine della laterale val di Chiusa, profonda 300 metri e lunga 7 chilometri, e che è ricchissima di particolari formazioni calcaree sferiche, che sembrano splendide perle di un racconto da Mille e una notte.
Ma non solo arrampicatori e speleologi trovano l’ ambiente ideale, la valle conta infatti moltissime mete adatte a tutti. Ricordiamo fra le tante la val di Fumo, la continuazione della valle di Daone dopo il lago di malga Bissina, ora compresa nel territorio del Parco Adamello Brenta.
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Qui la natura è intatta da secoli, i grandi lavori non vi sono arrivati, e lo scenario del Carè Alto a nord del lago di Bissina è uno spettacolo unico. I turisti che vogliono approfondire la storia dei grandi lavori degli anni ’50 nella valle, devono fermarsi al ristorante “Da Pierino”, sotto la diga di malga Bissina, e vedranno alle pareti grandi fotografie a testimonianza di quel periodo ormai lontano. Il titolare del ristorante, Pierino Mantovani, all’ epoca gestore dello spaccio Acli, punto d’ incontro di tutti quelli che lassù lavoravano, è una miniera vivente di ricordi, e la testimonianza più autentica dell’ amore per quella valle. Fra le iniziative a cui ha dato vita, ricordiamo la più prestigiosa: la Mostra micologica che dal 1971 ogni anno in autunno si tiene presso il ristorante.
A supporto dell’ iniziativa è sorta la sezione micologica “don Giovanni Corradi” di Daone, che ha assicurato in questi anni alle mostre la più scrupolosa scientificità assieme alla associazione Bresadola, e che intende dar vita ad un vero centro di studi micologici in valle. Oltre alle suggestive escursioni dell’ alta valle, vi sono itinerari di facile percorrenza attorno ai paesi ed a metà valle.
Denominati i “Sentieri nella natura e nella storia”, riscoprono le vecchie strade un tempo utilizzate dagli abitanti del luogo e che ora, con l’ uso dell’ automobile, sono ormai abbandonati. La “via vecchia” da Daone a Praso fra prati e boschi di castagni, “Merlino” fra Praso e Daone, da cui si godono splendidi panorami, e si attraversa una località devastata dopo la peste del 1300 sulla quale si sono tramandate molte leggende. Il sentiero “Passablù Somblìga” da Daone a Bersone, che attraversa la diga di ponte Murandin e che alla fine del tracciato costeggia la “calchèra”, ovvero la zona utilizzata un tempo per la produzione della calcina. Infine “Nisòlt”, il percorso fra Bersone e Praso, da cui si vedono bene le impressionanti rovine di Castel Romano in val del Chiese. Dal 2001 è allestito presso il municipio di Daone uno dei Centri visitatori del Parco Adamello Brenta, con 6 sale in cui sono stati ricostruiti i diversi ambienti montani.
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Pannelli e mezzi multimediali permettono approfondimenti sull’ ambiente, inoltre si può giocare nelle tre postazioni “giocaparco”, per mettere alla prova le proprie conoscenze sugli animali del Parco.
Per informazioni rivolgersi al consorzio “Iniziative e sviluppo”, tel. 0465 622075, email consorzio@valdelchiese.net;
Municipio Daone telefono 0465 674064;
Consorzio turistico Alta Val Giudicarie Lardaro (Tn) tel. 0465 901217, email ctavalgiu@editeltn.it
COLLEGAMENTI |
Valle del Chiese indirizzo web: http://www.valledelchiese.tn.it/Welcome.html Sito sulla Valle del Chiese, in Trentino |
Parco Naturale Adamello-Brenta indirizzo web: http://www.parcoadamellobrenta.tn.it/ Sito sul Parco Naturale Adamello-Brenta |
Gruppo di Azione Locale - Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Chiese indirizzo web: http://www.bimchiese.tn.it/ Sito ufficiale Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Chiese |
LIBRI |
Valle di Daone
Pierino Mantovani e Alessandro Togni 2001 Composizione grafica Studio Punto 3 Tione, Stampato da Antolini Centro Stampa Tione |
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