data: 2002-10-16 08:42:59
autore: Carlo
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Davvero interessante questo articolo sulla specificità del design ebraico. Si legge nell'articolo: "...l'assenza di un luogo proprio ed il divieto di raffigurare con disegni o sculture imposto dal secondo comandamento non hanno favorito la creazione di una cultura estetica dell'oggetto, dell'arredamento. Quello ebraico è un popolo che ha abitato il tempo più che lo spazio e che si ritrova a vivere nell' assenza di una tradizione estetica propria, diversamente da ciò che si può rilevare in Europa o in Giappone.
Lacuna che forse può rivelarsi vantaggiosa, poiché mentre in Europa la tradizione estetica può a volte essere un fardello all'immaginazione, in Israele la mancanza di una simile tradizione svincola da ogni appartenenza e continuità e crea uno spazio vergine con strade aperte per la sperimentazione...".
In effetti è la capacità di azzeramento che Bruno Zevi, anch'esso di origine ebraica, rivendicava per la nuova architettura, azzeramento come base della progettazione svincolata da remore storiche e tipologiche e inneggiante alla libera espressione umana. Veramente abbiamo molto da attenderci da un design ebraico che parte da simili premesse e con una inesauribile gioia di vivere.
Carlo Sarno. |