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pagina stampata il 26-11-2010 [www.buildlab.com] |
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Extra next: vivere Venezia |
autore: Elisabetta Lupo [email:
elis.lupo@tiscalinet.it] pubblicato il : 8-10-2002 |
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Il Museo Correr ha ospitato dal 6 al 29 settembre la mostra conclusiva del workshop – concorso "vivere venezia". I 14 gruppi, formati ciascuno da 5 studenti, 2 tutors e un Professore, oltre a dare una rilettura dei campi veneziani trasposti nella realtà quotidiana della vita moderna, hanno curato anche l'allestimento della mostra. |
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Il turismo di massa, il pendolarismo lavorativo, gli spostamenti legati agli studi, agli acquisti e allo svago, hanno modificato in questi ultimi anni il modo di vivere i centri storici italiani. È all'interno di questo meccanismo ormai senza fine che Venezia sembra sprofondare sotto il peso della sua stessa immagine: quella di un parco a tema che richiama più di venticinque milioni di utenti l'anno. Nonostante tutto, l'immagine di Venezia che molti vorrebbero preservare, è quella di una città immutata e immutabile nel tempo. Ma è giusto e coerente voler considerare definitivo l'assetto e l'immagine del suo centro storico? O non è forse necessario controllarne gli spazi e le funzioni in rapporto all'uso che ne viene fatto, e incominciare a considerare i campi veneziani come dei luoghi appartenenti alla vita della città contemporanea?
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Ciò che veniva richiesto dal bando era, infatti, un intervento mirato a coniugare la modernità di un progetto urbano - architettonico ad una implicita volontà di mantenere inalterato il carattere figurativo di Venezia. Architetture mobili, leggere, per niente invasive, che pur inserendosi in uno specifico contesto urbano avrebbero avuto il compito di renderlo più vivibile rispetto all'uso che quotidianamente ne viene fatto.
Le risposte a tali esigenze sono andate ben oltre la semplice progettazione dell'arredo urbano. Ciò che i vari gruppi hanno proposto sono stati degli allestimenti artistici – architettonici all'interno degli spazi collettivi proposti dove si è sperimentata (nei limiti del possibile) una forma – funzione architettonica in rapporto al comportamento degli utenti. In questo modo i luoghi oggetto di studio si sono trasformati in occasioni di gioco attraverso architetture mobili e variabili attente alle caratteristiche peculiari dei singoli campi.
Per fare questo si è dovuto plasmare lo spazio per rallentare il tempo dell'uomo, per permettergli di guardarsi intorno e pensare, perché solamente in questo modo si può rendere fisica l'utopia che un piccolo intervento come la progettazione di architetture effimere e temporanee possa cambiare le regole che calibrano gli spazi e la vita all'interno dei campi veneziani.
La necessità di rallentare i flussi frenetici e indifferenti all'intorno di campo S. Stefano, l'obiettivo di voler dare la possibilità ai residenti di riappropriarsi di quegli spazi urbani che sembrano non appartenere più ai veneziani, la costruzione di "macchine della visione", le citazioni settecentesche per un manto aereo sopra campo S. Margherita, sono solo alcuni dei temi che sono stati affrontati. In maniera altrettanto sintetica e diretta, Carles Muro descrive il suo intervento sulla sulle fondamenta di S. Lucia come «un supporto al movimento delle persone» che si prepara ad accogliere future invenzioni. Queste le idee che emergono dai lavori proposti. Elaborati progettuali di notevole qualità e approfondimento, che rispecchiano le varie scuole di pensiero presenti oggi in Europa, ma anche un profondo entusiasmo verso una disciplina troppo spesso trascurata e dimenticata.
COLLEGAMENTI |
![]() indirizzo web: http://web.iuav.it/iuav/News/Gli-eventi/Agosto-200/Vivere-Ven/VivereVene1/ sito ufficiale del workshop – concorso "vivere venezia", gestito dallo IUAV. |
![]() indirizzo web: http://www.edidomus.it/Domus/latest/singola_news.cfm?CodNews=15628&Tipo=1 Breve recensione di alcuni lavori, all'interno delle pagine della rivista Domus. |
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