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pagina stampata il 26-11-2010 [www.buildlab.com] |
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Castel Coira e Glorenza, in Val Venosta |
autore: Chiara Garroni [email:
kgikwv@tin.it] pubblicato il : 5-11-2002 |
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Nell'alta val Venosta, ai piedi dell'Ortles, sorge Castel Coira, uno dei castelli più grandiosi e meglio conservati dell'Alto Adige. A due chilometri dal castello si trova Glorenza, l'esempio alpino più tipico di città fortificata, che conserva perfettamente intatta la forma urbanistica del 1500. |
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Edificato nel 1253 dai Principi Vescovi di Coira, divenne presto proprietà della famiglia dei Matsch, nobili feudatari ed amministratori dei Vescovi dei Grigioni. Nel 1504, con la morte di Gaudenz von Matsch, ultimo erede maschio, passò in proprietà ai Conti Trapp, nobile famiglia austriaca originaria della Stiria, in quanto la sorella di Gaudenz, Barbara, aveva sposato Jakob IV von Trapp. Attualmente i Conti Trapp, che abitano il castello nel periodo estivo, da marzo ad ottobre aprono al pubblico gran parte delle sale. L'orario è dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16,30, lunedì chiuso.
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L' imponente struttura attuale risale al 1500, i diversi fabbricati si raggruppano intorno al cortile, a triplice ordine di loggiati, che conserva parti romaniche, gotiche e rinascimentali.
La visita inizia al piano terra del loggiato, dove si trova la stube dei lanzichenecchi, con massiccio soffitto a travi, originali, i cui molti buchi testimoniano l'usanza dei soldati di appendere lì le armi da punta. Tre cassapanche tardogotiche sono disposte lungo le pareti, mentre il vasellame di peltro è del 1700. Tornati nel cortile del loggiato, si sale al primo piano, dove sulla volta è raffigurato un tortuoso albero genealogico delle famiglie Matsch e Trapp.
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Notevole il gruppo di dipinti che raffigura alcune scene tratte dalle favole di Esopo, come il corvo e la volpe, il lupo e la cicogna, la volpe e il lupo, la scimmia e il pavone, e ben conservati gli aforismi latini, perfettamente leggibili. Rarità iconografica è la scena dei buffoni, con un giullare che cova le uova, poi con i piccoli buffoni coi berretti a sonagli che si liberano dei gusci, e vengono messi in un sacco, da cui cercano di scappare. Le 16 colonne, tutte diverse, recano scolpiti nei capitelli gli stemmi delle famiglie imparentate con i Matsch ed i Trapp.
Dal lato orientale del loggiato si accede alla stanza del Conte Jakob VII, raffigurato in statua lignea, accanto al suo mantello da pellegrino a Gerusalemme, nel 1560.
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In alto, su tre lati, pitture allegoriche dei mesi dell'anno; nei lacunari del soffitto a cassettoni, sculture bianche e dorate dei segni zodiacali, di Giove, Luna e Sole.
Una porta aperta, ma invalicabile, mostra la splendida biblioteca, con librerie acquisite nel 1924, dalla biblioteca Kuenburg di Salisburgo, ed un bellissimo esemplare imbalsamato di otarda, uccello simile alla gru, simbolo della famiglia Trapp.
Nell'angolo sud ovest si trova una grande stufa di ceramica, alimentabile dall'esterno, rivestita di piastrelle con ornamenti applicati con la tecnica del graffito, mentre a fianco della stufa è posto l'armonio da tavolo, ordinato nel 1559 dal conte Jakob VII all'organaio bavarese Michael Strob di Ammergau.
L'alzata con copertura poligonale cela ben 309 canne di peltro. Restaurato nel 1799, quindi nel 1922, infine nel 1969 quando col rinnovo della voce linguale Jurgen Ahrend di Loga ne ripristina la piena funzionalità. Il piccolo organo di castel Coira è l'unico, fra gli organi rinascimentali conservati dell'arco alpino, ad avere l'equipaggiamento tecnico prevalentemente originale.
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Dopo la galleria degli antenati, con 38 ritratti ed alcuni documenti storici, si passa lungo una scala di legno alla armeria, una delle più interessanti raccolte private d'Europa. Il Conte Oswald von Trapp la definisce "un guardaroba di ferro in cui attraverso i secoli i proprietari del castello hanno conservato le loro armature portate in guerra e nei tornei".
Vi si trovano rare armature italiane del 1300, la gigantesca armatura, alta 210 centimetri, di Ulrich IX von Matsch, dei Missaglia di Milano, quelle di Galeazzo d'Arco, pure dei Missaglia, e di Jakob VII von Trapp, della metà del 1500. Altre armature possedute dai Trapp, dei noti artefici Witz, Seusenhofer e Katzmair.
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Numerose le parti di armature, elmi, balestre, frecce, picche, ecc.
Vicino all'armeria si trova la cappella tardoromanica di San Nicola, in cui si trovano una Madonna sul trono, scultura lignea del 1270, ed un prezioso dittico con 12 scene della Passione di Cristo su fondo dorato, del 1400. Singolare il Giuda dell'Ultima cena, la formella in alto a sinistra, che sta ingoiando un diavoletto.
Prima di uscire, da guardare è la torre colombaria, che sorge nel muro di cinta meridionale, accanto all'ingresso dei giardini. Edificio prettamente ornamentale, prende spunto dalle torri araldiche medioevali, fu voluto da Jakob VII von Trapp, e su tutti i lati è istoriata con gli stemmi ed i blasoni delle famiglie Matsch, Trapp, e di quelle ad esse imparentate.
Presenta, unico in Alto Adige, un completo esempio di antico borgo murato. Posta strategicamente fra Lombardia e Germania, fu punto di smistamento del sale tirolese, del grano e di altri prodotti.
Nel 1304 era città; i conti del Tirolo vi eressero le mura, vi trasferirono da Monastero il mercato di San Bartolomeo, le concessero il privilegio di un peso di misura per i cereali, e vi stabilirono un tribunale.
Dopo le distruzioni delle guerre d'Engadina nel 1599, Glorenza fu ricostruita, e nonostante gli incendi e le devastazioni belliche, quasi per un miracolo il tessuto urbano è rimasto pressoché inalterato.
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A forma di trapezio, ha strade interne regolari, le mura sono intatte, alte 7 metri e larghe 1 e mezzo, e sono intercalate dalle tre massicce porte torri quadrangolari, di Tubre, di Malles e di Sluderno. Suggestiva la strada dei portici medioevali, ad ogni angolo scorci delle porte torri, della pittoresca architettura rurale altovenostana, sporti di varia forma, decorazioni e, non ultimi, gli splendidi gerani che ornano ogni finestra.
Subito fuori da porta Tubre, oltre il fiume Adige, la chiesa di San Pancrazio. Alla base del campanile grande affresco del 1496, raffigurante il Giudizio universale.
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COLLEGAMENTI |
![]() indirizzo web: http://www.castelcoira.com/ Sito ufficiale del Castel Coira. |
![]() indirizzo web: http://www.suedtirol-it.com/ Sito ufficiale della regione Alto Adige. |
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