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26-11-2001 |
Gli amanti della bioarchitettura possono trovare due esempi particolarmente significativi di insediamenti ecosostenibili nel nord dell'europa: in Danimarca, a 30 km da Copenaghen, e nella vicina Svezia, a Malmo. Il danese "munksogard", che prende il nome da una fattoria del 1867 e ha vinto il 1° premio al "concorso internazionale sugli insediamenti sostenibili nel XXI secolo", è nato dallo spirito di iniziativa e dalla voglia di vita comunitaria di un gruppo di persone che volevano vivere in case sane. E questa filosofia traspare dall'organizzazione urbanistica decisa dagli stessi abitanti (150 adulti e 80 bambini): "munksogard" comprende 100 appartamenti divisi in cinque gruppi, ognuno dei quali ha una "common house" dotata di cucina, sala da pranzo e lavanderia. Le case, tutte in legno salvo le fondamenta, hanno pannelli solari che riscaldano il 50% dell'acqua, vetri speciali che garantiscono un equilibrato rapporto energetico, isolanti nei muri e nel terreno che impediscono il passaggio del radon. Il teleriscaldamento è assicurato da due caldaie, una alimentata con scarti di legno e l'altra ad olio. L'acqua piovana, oltre che per innaffiare, viene usata nelle lavanderie (nessuno possiede lavatrici private), mentre per separare perfettamente le acque bianche e da quelle nere nei bagni sono stati installati speciali wc dotati di spazio divisorio: le acque nere vengono usate in parte come concime e in parte finiscono nella centrale a gas della città. La comunità, che nel tempo libero coltiva gli orti e alleva animali, e' autosufficiente per ogni tipo di lavoro di manutenzione. I rifiuti vengono riciclati e il 50% sono riutilizzati. Pochissimi possiedono un'auto, e la maggior parte raggiunge in bicicletta la vicina stazione da cui si reca a lavorare in città. Abitare qui - spiega l'architetto thomas leire, uno dei progettisti - costa il 20% in meno rispetto alla città. Vivere in maniera ecologica non significa però rinunciare a internet o alla tv: gli abitanti di "munksogard" hanno un sistema telefonico privato molto economico che garantisce un veloce collegamento con internet e nei cavi sotterranei passano 5 canali tv. L'altra faccia della bioarchitettura, rivolta a un pubblico più esigente in termini di estetica, si trova a malmo, in un quartiere che il comune ha voluto creare per i ricchi. Qui le case costano il triplo di quelle cittadine, ma offrono una cura dei dettagli e raffinatezze paesaggistiche davvero notevoli. Nel quartiere, che si affaccia sul mare e guarda il magnifico ponte che collega danimarca e svezia, vivono per il momento i fortunati abitanti dei 135 appartamenti già pronti (sui 900 previsti), che possono godere dei vantaggi di un insediamento completamente ecologico che ha però i suoi punti di forza nella valorizzazione del paesaggio. L'acqua del mare attraversa il quartiere sotto forma di canali o piscine, e una grande importanza è attribuita ai giardini nelle piccole corti interne. Ogni spazio verde, che si affianca a giardini pensili, deve essere basato sulla diversità biologica, avere un albero, ed essere percorso da pavimentazioni che ritardino il drenaggio. Un mulino a vento, con pale di 80 metri di diametro, produce il 100% dell'energia necessaria, sia quella elettrica sia quella per far funzionare le pompe per il riscaldamento. I pannelli solari coprono il 15% del fabbisogno di riscaldamento dell'area, e il restante 85% viene recuperato con un sistema che scambia calore con il terreno e con l'acqua del mare. Ogni appartamento dispone di 0,7 posti auto, ma e' possibile affittare auto collettive a gas o elettriche. Ma in italia, dove la bioarchitettura e' ancora un fenomeno di nicchia, può imparare qualcosa da queste esperienze? "Si può riproporre il metodo, ma con soluzioni che si adattino alle nostre diverse condizioni climatiche", rispondono i dirigenti della cooperativa murri, una delle più attive nell'ambito dell'edilizia sostenibile e che ha organizzato il viaggio studio a copenaghen. (fonte: miaeconomia) |