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Sette anni fa è stato istituito, in seno alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, il Corso di laurea in Disegno Industriale; nel 2000 è diventato Facoltà. La Facoltà di Design vuole essere, come afferma il Preside, prof. Alberto Seassaro, il luogo istituzionale della ricerca, dell’innovazione e della formazione avanzata: un punto di riferimento non solo per chi agisce negli ambiti accademici e della cultura in generale, ma anche per il mondo produttivo. Come è nata ALIdesign e quali sono i suoi obiettivi? ALIdesign è frutto degli incontri di alcuni giovani laureati in Disegno Industriale. Un anno dopo l’esame di laurea era ancora vivo, come oggi, il sentimento di appartenenza ad una categoria neonata e il fatto di poterci definire tra i primi laureati in disegno industriale in Italia ci faceva forti di un punto comune e in certa misura orgogliosi del titolo appena conquistato. La figura professionale del designer non è certo nuova o nata con noi ma ci siamo sentiti forti e motivati a fondare un’associazione di categoria. Gli obiettivi? Lo scopo statutario dell’associazione è quello di promuovere la figura del laureato in disegno industriale con qualsiasi mezzo possibile; in senso allargato stiamo cercando i creare dei poli di interesse e dei temi di discussione rivolti ai nostri colleghi, laureati e ancora in fase di studio, cercando di stimolarli e far nascere in loro quello stesso spirito di appartenenza e convinzione che ha portato i soci fondatori a costituire ALIdesign. L’elemento che teniamo a sottolineare è questo: nessuno di noi sente il bisogno di creare le “solite cose”, le solite iniziative con i soliti strumenti, esistono associazioni del settore con decenni di esperienza. In questa fase probabilmente la nostra figura ha più da imparare che da insegnare, data anche la giovane età, e quindi ci riteniamo appagati del nostro lavoro nella misura in cui riusciamo a comunicare tra noi, comunicare all’esterno e al mondo del lavoro chi siamo, le nostre competenze, le nostre risorse. In quale situazione si trova ad operare oggi un progettista appena laureato? L’anno scorso abbiamo partecipato ad un convegno in cui, attraverso statistiche e molti numeri, si parlava approfonditamente di questo argomento. La nostra impressione è che ci sia una grande situazione di facile appagamento riguardo alle posizioni nel lavoro: molti nostri colleghi li sentiamo lavorare in settori lontani da quelli che speravano. Inutile negare che il settore delle nuove tecnologie ha assorbito molti laureati, fagocitandone non solo la presenza sul mercato ma anche molte delle attitudini e competenze acquisite all’università. Personalmente in pochi casi, che comunque ci sono, ho sentito colleghi occupare posizioni di reali progettisti (non necessariamente del prodotto) ed a molti invece pronunciare la fatidica parola web. Non che sia di parte, ma le cifre parlano chiaro: grosse parti di noi occupano quel settore specifico. Evidentemente l’offerta di lavoro è maggiore e migliore. Se invece vogliamo parlare di progettisti del prodotti in specifico, beh, neanche in questo settore c’è da stare con le mani in mano. Abbiamo realizzato una decina di interviste, consultabili on.line a professionisti e titolari di aziende: in molti casi la poca chiarezza sulle nostre competenze ci ha spiazzati. D’altronde nessuno, ci pare, senta il bisogno di un laureato in un mestiere. Fare il progettista significa fare un mestiere, che si impara facendo. La laurea, come tutte le formazioni teoriche, non offre garanzie sulla qualità dei laureati. ALIdesign parte, invece, affrontando ed accettando la critica che il mondo ci pone di fronte, ma tenta di superarlo, promovendo le capacità “altre” di un laureato (maggiore visione dei sistemi, integrazione multidisciplinare, sviluppo delle espressioni individuali consapevoli). Quale ruolo intende proporre la vostra associazione per il progettista industriale? ALIdesign tende a porsi all’intersezioni di tre mondi: il mondo dei professionisti e del lavoro, quello della formazione e quello degli studenti e laureati. Che consigli può dare ad un giovane designer? Questa domanda, invece, è più difficile. Noi siamo i “giovani designer” e, di solito, questa parte la “recitano” i padri e i maestri. Hanno storicamente il diritto di poter essere autorevoli. Noi, invece, possiamo solo dire che soltanto la costanza, la profonda convinzione e la perseveranza di inseguire i propri sogni possono portare ai risultati più alti e desiderati. |
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